13 maggio 2020

Il Giocattolo dei Bambini | Un manga che commuove

È arrivato il momento dell'anno in cui mi siedo e rileggo Kodomo no Omocha, piango e ne parlo a qualcuno.
Mettetevi comodi.

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Rossana è stata una parte importante dell'infanzia di molte persone, me compresa. Mi sono innamorata di Eric prima ancora di imparare a scrivere il mio nome e la storia di ognuno dei personaggi mi ha toccata fin da subito. Quanto ho pianto per il cartone, probabilmente lo sa solo mia nonna perché lo guardava con me. Quando ho scoperto dell'esistenza del manga, non ho potuto fare a meno di mettere mano alla mia paghetta settimanale e scialacquarla senza dignità.

A oggi, non me ne pento.

Non sapevo che sarei arrivata al punto da avere bisogno fisico di rileggere questa storia quasi ogni anno, non sapevo che scoprire la trama dell'opera originale, così diversa da quella che ci avevano presentato in televisione, mi avrebbe toccata così da vicino e così in profondità. Non sapevo quanto avrei potuto imparare e quanto ancora oggi sto imparando a ogni rilettura.

Eric rimane il mio bambino, la mia crush per eccellenza. Ogni volta che rileggo il manga, la sua storia e l'evoluzione del suo personaggio mi commuovono e mi fanno stringere il cuore. Amo ogni singola battuta che pronuncia, amo come Miho Obana lo disegna, la sua capacità di infondere un'infinità di sentimenti in uno sguardo. Amo il personaggio di Akito e la sua sensibilità. 6b281bbf0f4a730c53b1ab115ac976b8Un po' mi fa pensare a me stessa, al modo in cui sono restia a esprimere affetto, alle piccole cose che faccio per gli altri, al mio chiudermi a riccio quando mi sento attaccata o ferita.
In questo periodo della mia vita, Akito è il personaggio a cui mi sento più affine e quello che mi ha dato di più - forza, coraggio, determinazione.
Forse lo rileggo più per la sua storia che per tutto il resto, lo riconosco, ma va bene così.

Kodocha è in assoluto uno dei miei manga preferiti. Parla di famiglia, di amore, di amicizia, di fiducia e di crescita, scoperta di sé attraverso gli occhi dei bambini. I nostri protagonisti iniziano il loro percorso a dodici anni e lo interrompono nell'ultimo volume a quindici, ma le loro vite sono piene di avventure e di episodi significativi.

Si potrebbe pensare che una storia del genere sia adatta a un pubblico molto più immaturo, invece anche alla mia età rileggere questo manga è tutta una scoperta, un'emozione grande. Non saprei da dove iniziare per raccontarvi di quanto profondi siano i personaggi, di quanta verità ci sia dietro alle loro parole e di quanto formidabile sia il loro percorso di crescita.

Miho Obana ha un talento particolare per far parlare i suoi personaggi tramite i gesti, le espressioni del viso e le battute semplici, il suo tratto è lineare e non lascia spazio ai fronzoli. La sua scelta di raccontare una storia complessa attraverso una lente che non lo è affatto fa il suo effetto. I messaggi che la sensei vuole far passare arrivano forti e chiari; lei è in grado di toccare le corde del cuore e non solo quelle della mente.

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È un manga molto crudo, anche, e questo si contrappone al fatto che i protagonisti principali siano dei bambini e al bisogno di sicurezza, affetto e comprensione che vanno cercando. È pieno di speranza e non manca di calcare sul fatto che per quanto difficile possano essere certe situazioni, per quanto intensamente una persona possa vivere la vita, per quanto a volte serva un quantitativo di energia non indifferente per affrontare il domani e superare anche il più piccolo ostacolo, nulla è mai davvero perduto. C'è sempre una soluzione, c'è sempre luce alla fine del tunnel e c'è sempre qualcuno al nostro fianco che saprà aiutarci, indirizzarci e sostenerci. È un gioco di contrappasso che non smetterò mai di amare e un manga che, lo ripeterò fino alla nausea, non mi stancherò mai di rileggere.

Nella sua edizione originale, il manga si compone di dieci volumi più uno speciale su La Villa dell'Acqua, che sarebbe la trasposizione del film che Sana gira con Naozumi durante il suo ritiro in montagna. unnamedRecentemente la Dynit ha pubblicato una nuova edizione (big edition) che ha un formato fisicamente più grande del precedente, numerose tavole a colori e che si compone di sette volumi.

Non è una storia scontata, né vista e rivista. È al contrario originale e profonda, molto più del cartone. Io vi consiglio di recuperarlo, perché è semplicemente una perla che i fan non dovrebbero perdersi.

 

 

Lo conoscevate? L'avete letto? Fatemi sapere.

Nel mentre vi do appuntamento al prossimo articolo, come al solito, e vi mando un bacione.

 

Sam.

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