25 marzo 2020

The Ghost Bride - La sposa fantasma - Book Review #14

Avete presente quando trovate un libro la cui copertina vibra di quell’energia che sapete già riuscirà a stregarvi?
Ecco, io ne ho trovato uno, e oggi ve ne parlo.

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Quando ho visto questo libro per la prima volta, ero sovrappensiero; stavo ragionando su che cosa stessi facendo della mia vita (niente di buono), cosa volessi fare con i miei profili di bookstagram e booktube (work in progress), che libro avrei letto successivamente (sappiamo che le mie TBR sono creature leggendarie), se la mia storia meritasse un seguito (spoiler: no). Come spesso accade, stavo scrollando la timeline del mio profilo bookstagram perché mi aiuta a pensare, mi fa sentire ispirata, quando è comparsa la copertina di questo libro. Subito non vi ho dato così tanto peso, eppure la forma delle labbra, il colore viola intenso dei fiori che contrastavano con la pelle pallida, color della porcellana della silhouette che è in primo piano, mi sono rimasti impressi. Non mi sono documentata, non mi è rimasto nemmeno in mente il titolo, però durante una delle mie capatine a Forbidden Planet mi è capitato di vederlo lì, in bella mostra sugli scaffali. Mi sono rifiutata di lasciarlo andare, è stata una delle letture che più ho bramato e non ne sono rimasta delusa.

The Ghost Bride è stato tradotto anche in italiano ed ha conservato il titolo inglese. È la storia di Pan Li Lan che viene promessa in sposa a Lim Tian Ching, figlio ed erede di una ricca famiglia di Malacca negli anni ’90 dell’Ottocento, morto per via di una febbre improvvisa. Nonostante le difficoltà economiche, il padre di Li Lan lascia che sia lei a scegliere il suo destino e nonostante Tian Ching infesti i suoi sogni per tentare di costringerla ad accettare questa unione sovraannaturale – unione che salverebbe la famiglia della ragazza dai debiti e placherebbe lo spirito insaziabile e furioso di Tian Ching – Li Lan si rifiuta. Crede di essere innamorata di Tian Bai, che è tornato a Malacca dopo anni di assenza spesi nel Regno Unito ed è decisa a opporsi al volere dell'uomo ormai deceduto e della matrona della famiglia Lim, almeno fino a quando Tian Ching non le rivela di essere stato assassinato e l’identità del presunto colpevole potrebbe ribaltare tutto quello in cui Li Lan ha sempre creduto. Perciò, decisa a scoprire la verità sulla morte di Tian Ching, si lancerà all’avventura nel paese delle ombre, dove egli  è imprigionato, ma avrà poco tempo per riuscire a risolvere il mistero dietro alla morte del promesso sposo e tornare nel mondo dei vivi sana e salva.

Che dire… È una storia molto intensa, lenta e pesante da un certo punto di vista. Lo stile di Yangsze Cho è molto descrittivo e dettagliato, mi ha dato l’impressione di stare leggendo un’autrice di romanzi classici vittoriani, quindi ho fatto un po’ fatica a immedesimarmi e a leggere spedita come mio solito. Sembra ci sia una staticità di fondo in ogni capitolo, che la storia non proceda mai, ma non è così. Una volta conclusa la lettura diviene ovvio che ogni avvenimento, da quello principale a quello che può apparire insignificante, è pensato con cura e attenzione e riceve il giusto peso e spazio, tant’è che questa è una delle prime volte in cui arrivo a fine lettura senza alcun interrogativo rimasto. Ogni personaggio e ogni storyline trova il finale e il senso che spetta loro.
È sicuramente un’abilità e una dote per pochi, ma quest’autrice ha saputo fare la sua magia. Certo, non è uno stile per tutti, ha le sue pecche in quanto a volte i personaggi scadono un po’ nello stereotipo (come, ad esempio, le idee di Li Lan riguardo l’amore e l’innamorarsi o il modo in cui Amah si atteggia nei confronti della superstizione) ma rimane comunque un romanzo coinvolgente e interessante, originale.

A essere onesta, non avevo mai sentito parlare di spose fantasma e nemmeno di parecchie cose che sono state menzionate durante lo svolgimento del romanzo. Riconosco di sapere molto poco del folklore orientale, quello cinese nello specifico, e il fatto che in questo libro venga anche spiegato, ha reso questa storia una fonte di sapere molto preziosa e non solo un romanzo da leggere per intrattenimento personale. Anche le note alla fine del libro, che spiegano più nel dettaglio e con più cura e attenzione i riferimenti a credenze, creature e concezioni espresse dai personaggi, sono ben chiare e interessanti. Non pensavo che il folklore orientale fosse così complesso, né che fosse così suggestivo, invece mi sbagliavo. È stata una piacevole scoperta, uno strato di questo macroargomento che mi ha fatto piacere scoprire.

Per l’argomento che tratta, quindi il confine tra il mondo dei vivi e l’Oltretomba che deve essere annullato per appianare un debito (non necessariamente economico), l’entrata in gioco degli spiriti e della componente folkloristica hanno contribuito a rendere la narrazione molto inquietante e piena di suspense. L’autrice è in grado di seminare qui e là indizi ed elementi che impediscono al lettore di staccarsi dalle pagine e, una volta giunti alla conclusione, non si può fare a meno di prendere un sospiro di sollievo e guardarsi attorno. Yangsze Choo è in grado di dare vita a un mondo lontano, è in grado di trasportarci nella sua storia e farci sentire come se fossimo noi i veri protagonisti, non Li Lan, e questo sicuramente è un altro elemento che va a favore della suspense, del modo in cui il romanzo è in grado di catturare e trasportare.

Mi è piaciuto molto anche il fatto che la storia d’amore non fosse fondamentale. Certo, è uno dei centri della storia in sé, ma più che le pene della protagonista, impariamo a scoprire questo sentimento assieme a lei. Scopriamo cosa significhi amare, come è semplice male interpretare questo sentimento e quante sfumature diverse esistano in realtà. Non è una storia d’amore melensa e scontata; è una storia piena di alti e bassi, una storia in cui la protagonista si ferma a riflettere, si perde un po’ perché si lascia trascinare, dubita e riconsidera quelli che sono i suoi obiettivi e le sue volontà. Non si accontenta, Li Lan. Vuole essere felice e con qualcuno che sia in grado di rispettarla e valorizzarla e ho apprezzato ogni sua singola scelta, così come ho apprezzato la determinazione e la fermezza che ha dimostrato nei momenti più critici. È un personaggio molto umano in cui è facile immedesimarsi.
Il mio preferito in assoluto, però, è di certo Er Lang, di cui non vi dirò nulla perché è una personalità tutta da scoprire. Vi posso solo garantire che finirete per innamorarvene e che diventerà il vostro uomo ideale.

In conclusione vi confesso di aver provato a guardare la serie tv che è uscita su Netflix, ma nonostante l’adattamento mi sia sembrato un po’ così, non proprio fedele al libro, devo riconoscere che gli effetti speciali siano stati un colpo di classe. Alla fine della prima puntata sono scappata a rifugiarmi sotto le coperte dalla paura ahah! Però sono convinta di voler arrivare alla fine. Mi piacciono gli attori, Er Lang pare comparire molto di più che nel libro e questo è molto apprezzato, soprattutto perché ci si rifà gli occhi, e la storia ha conservato la suspense, il mistero, la tinta oscura del romanzo, quindi sono curiosa di vedere cosa ci salterà fuori. Se non dovessi morire di paura, perché sono molto suggestibile, soprattutto dopo tanti anni che non guardo più nulla che possa essere definito “horror” o “thriller,” vi farò sapere la mia a riguardo.

Nel mentre, voi ditemi se avete letto questo libro e se vi è piaciuto, se vi ha convinto oppure no. Sono curiosa di sapere il vostro pensiero a riguardo.

 

 

Come sempre grazie per avermi seguita. Vi do appuntamento al prossimo post, dove parleremo di una serata al cinema con gli amici a vedere un film che mi ha fatta tornare bambina.

 

Sam.

1 commento:

  1. […] finalmente finito The Ghost Bride, di cui vi ho parlato qui. Confermo lo stile pesante e lento ma che comunque porta interessanti informazioni alla storia, […]

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