Quando sono andata a fare il bilancio della situazione mi sono ritrovata in difficoltà. Per la prima volta da quando gestisco questo blog e il canale YouTube ho avuto seri probemi a scegliere i libri da aggiungere a queste due categorie.
Quest'anno ho infatti letto molti romanzi validi, che mi hanno catturata e mi hanno sorpresa, fatta emozionare. Sarà che li ho scelti con cura, sarà che ho letto il libro giusto al momento giusto, ma non ho trovato quasi niente che cozzasse con i miei gusti e interessi, così come ho trovato troppo da mettere nella lista delle letture che più mi hanno colpita. Sono irrecuperabile, però cercherò di essere breve (per una volta, lo farò davvero) e quindi direi di iniziare subito con le cinque letture che mi hanno fatto storcere il naso.
Come l'anno scorso, non si è trattato di libri che ho trovato oggettivamente brutti o inutili, ma semplicemente romanzi da cui mi sarei aspettata molto di più e che hanno deluso le aspettative. Nessuno di questi è pessimo, nessuno di questi meriterebbe di marcire su uno scaffale, ma ognuno di essi non ha fatto per me e ora vi racconto le ragioni.
Al quinto posto c'è The Ten Thousand Doors of January, di Alix E. Harrow. Ho scritto un post dedicato quando ho letto la copia omaggio che ho ricevuto da Netgalley, quindi se masticate un po' di inglese potete leggere qui, altrimenti riassumo velocemente.
Ho trovato questo libro molto pretenzioso, con delle premesse favolose che però sono state un po' soppiantate da questo stile pomposo e vuoto e da una trama che non andava avanti. La protagonista è insipida e priva di un percorso evolutivo degno di tale nome, una storia di fondo che poteva essere sviluppata molto meglio, con tante belle frasi ma poca sostanza. Non sono riuscita a entrare nella storia come speravo accadesse e dalla prima all'ultima pagina è stata una sofferenza perché sembrava che il libro non finisse più. È comunque un libro che ho valutato dandogli 3 stelle su 5 perché lo stile dell'autrice l'ho trovato molto fluido, nonostante non avesse dato niente di originale a una storia che avrebbe potuto esserlo e nonostante la pesantezza. E ho apprezzato anche la storia che viene raccontata in parallelo, che ho trovato molto più interessante di quella principale.
Al quarto posto c'è Autoboyography di Chistina Lauren. Fondamentalmente ho apprezzato questa storia, l'ho letta in un batter d'occhio, ma l'ho trovata forzata in alcuni punti e con diversi cliché che non mi hanno fatta impazzire. Oltretutto mi aspettavo di trovare buona parte della storia incentrata sulla scrittura, sulla stesura di una prima bozza, invece c'è stata un'impronta molto forte per quel che riguarda l'aspetto religioso perché uno dei protagonisti appartiene alla comunità dei Mormoni. Informativo sì, ma a tratti molto pesante e questo mi ha fatto storcere il naso, soprattutto in quei momenti in cui la conversazione tra i protagonisti prendeva pieghe del tipo: "Non credi, non puoi capire," o "Dovresti credere, guarda come sono felice io."
Insomma, il concept di partenza molto valido, ma l'esecuzione è stata un po' lasciata andare, avrei preferito vederla vertere su aspetti leggermente diversi. È comunque una storia interessante e che consiglio, nonostante non abbia raggiunto le tre stelle piene, ma questo è per una questione puramente soggettiva. Oggettivamente, se non avete troppe pretese e non siete me, potrete anche trarne qualcosa di buono e di interessante.
Al terzo posto c'è The Five Stages of Andrew Brawley, di Shaun D. Hutchinson, uno dei miei autori preferiti.
Ho trovato questa storia troppo affrettata. Per le tematiche che tratta avrei preferito vedere un'esecuzione più lenta e ponderata e invece a un certo punto è partito l'instalove (che io odio) per poter giustificare diversi avvenimenti e sul finale il libro si è trasformato in una copia di Colpa delle Stelle. Non l'ho trovato così originale e nemmeno così interessante, ma forse sono io che pretendo troppo. Questo ha preso 2.5 stelline, perché lo stile dell'autore è magnifico e i disegni del fumetto che si trovano tra un capitolo e l'altro sono spettacolari.
Al secondo posto c'è Mattatoio N°5, di Kurt Vonnegut di cui vi ho parlato abbondantemente nell'ultimo book up che ho postato su YouTube.
Long story short, non ho capito granché, forse perché non sono ferrata sull'argomento, forse perché non sono entrata in sintonia con lo stile dell'autore. Non lo so, fatto sta che non mi è piaciuta l'esperienza della lettura in sé, piuttosto che il libro stesso.
Al primo posto invece c'è Mike, di non ricordo nemmeno chi. Speravo fosse un libro che avrebbe esplorato la malattia mentale, invece mi sono ritrovata un protagonista che non vuole più giocare a tennis e non sa come dirlo ai genitori. Un viaggio messo a caso, con uno scopo che non è ben chiaro; un terapista che va per tentativi e spera nel colpo di fortuna, un ragazzo che non sa quello che vuole perché non è capace di mettere insieme un pensiero coerente.
Nah, decisamente non ha fatto per me. Ho proprio avuto l'impressione di aver sprecato il mio tempo, una volta giunta alla fine. La delusione più grande dell'anno, devo ammettere.
Per quel che riguarda le scoperte piacevoli di questo 2019, invece, la lista è un po' più lunga, ma ho cercato di stilare la mia top 5. Di alcuni di questi libri vi ho già abbondantemente parlato qui o su Instagram, motivo per cui vi lascerò i link alle recensioni relative, mentre altri li ho tenuti per me perché... Non lo so, probabilmente per mancanza di tempo o di voglia di condividere perché troppo personali. Chissà... Ma ora è giunto il momento di scoprire le carte, quindi iniziamo subito la classifica.
Al quinto posto c'è Tattoo Atlas, di Tim Floreen. Vi ho parlato abbondantemente di questo libro in una Bookish Talk qui sul blog. Ho amato ogni cosa, dai personaggi alla storia. Forse per meritare le cinque stelline avrebbe dovuto scrivere un centinaio di pagine in più e indagare ancora più a fondo sul nostro Franklin e sul rapporto del protagonista con una persona in particolare, ma non si può volere tutto dalla vita. Ho amato il finale; seppur mi abbia fatta arrabbiare l'ho trovato coerente e in linea con le personalità dei protagonisti e sensato relativamente alla piega presa dalla storia. Più di ogni altra cosa ho amato lo stile di scrittura di questo autore, che è capace di tenere incollati alle pagine fin dalle prime righe, che è pulito e chiaro e che permette un'esperienza di lettura vivida e scorrevole, senza intoppi. Un libro completo, originale e sorprendente.
Al quarto posto troviamo Il Fantasma dell'Opera, che è sempre stata una delle mie storie preferite, ma di cui non avevo mai recuperato il libro (
Al terzo gradino del podio troviamo The Winternight Trilogy, saga di Katherine Arden che si apre con The Bear and the Nightingale. Una trilogia di cui vi ho parlato qui sul blog e che per me è stata il jackpot dell'anno. Una storia avvincente, profonda, entusiasmante e che mi ha catturata da subito. Una storia diversa, inaspettata, che esplora tematiche importanti e che ha personaggi umani, realistici, tanto che a volte devi distogliere lo sguardo dalle pagine per capire quale realtà tu stia vivendo. Una trilogia vivida e alternativa, affatto scontata che vi consiglio caldamente (tra l'altro, se non masticate l'inglese che è un po' difficile, in questo caso, la Fanucci sta traducendo. Ha già fatto uscire i primi due volumi, nel caso vi interessasse).
Al secondo posto c'è Favola di New York, di Victor Lavalle, un libro di cui mi sono innamorata alla follia e che racconta una storia fuori dalle righe che arriva al cuore. Si esplorano tematiche come la maternità e la paternità, i sentimenti di un padre che perde tutto e la magia che a volte viene in aiuto dei meritevole. Un libro a cui non avrei dato un mezzo penny, lo ammetto, ma che mi ha catturata dalle prime pagine e che non mi ha più lasciata andare. Una storia toccante, emozionante e un po' bizzarra, se volete, ma molto profonda.
Il primo posto se lo accapparra Momo di Michael Ende, a mani basse e senza alcuna incertezza. Un classico che mi è stato regalato e di cui vi ho parlato qui su Instagram. Mi ha stretto il cuore, mi ha emozionata e mi ha fatto riflettere su tante questioni importanti. Un romanzo con una vena filosofica ma accessibile a chiunque, grandi e piccini. Il podio se l'è accapparrato una volta girata l'ultima pagina e questa è stata una delle mie prime letture dell'anno, quindi la dice lunga!
Recuperatelo assolutamente, non ve ne pentirete. ♥
Menzioni speciali vanno sicuramente a Gabriel Davenport, di cui vi ho abbondantemente parlato e che potete recuperare in questa sezione senza alcun problema; Anna Karenina, che mi ha stupita tantissimo e che mi ha emozionata allo stesso modo grazie anche alla narrazione di Anna Bonaiuto che è spettacolare; The Strange Fascinations of Noah Hypnotik di cui trovate un post su Instagram e infine La Quinta Stagione, che è stato un fantasy molto particolare che ho apprezzato e seguito con piacere.
E ora che ho finito con le mie top 5 vi chiedo: quali sono stati i libri migliori e i libri peggiori dell'anno? Raccontatemi, se vi va. ♥
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