05 ottobre 2018

The miseducation of Cameron Post - Book Review #5

Oggi parliamo di sentimenti, religione, interiorità e sessualità. Forse un pochetto di intregrità morale per condire il tutto. Mettetevi comodi e benvenuti a questa nuova recensione librosa e chiacchiericcia.

Photo 05-10-2018, 3 23 50 pm



Cameron Post è la nostra protagonista, nata dalla penna di Emily M. Danforth (che in quell'edizione che vedete nella foto ha scelto di non mettere nessuna delle iniziali in maiuscolo, che urto) e che vive in un piccolo paesino del Montana, Miles City. Un (non) bellissimo giorno, perde i genitori in un incidente stradale, bacia la sua migliora amica dell'epoca e si ritrova a dover vivere assieme alla zia super conservatrice e devota alla religione e a Gesù, nonché assieme alla nonna che la adora, ma che è ancora più vecchio stampo della zia. E da qui, tutta la nostra storia ha inizio.

Come in tutti i romanzi che si rispettino, il protagonista deve affrontare delle difficoltà. Senza difficoltà non ci sarebbe storia; senza ostacoli da superare, non avremmo lo struggle, non ci sarebbe avventura e nemmeno sostanza. Insomma, il romanzo sarebbe noioso e inutile e perché l'abbiano poi scritto, io non lo so. Per fortuna non è il nostro caso, però; infatti, la nostra protagonista si ritrova a dover affrontare un problema enorme durante tutto il corso del romanzo, ossia la sua omosessualità.

A dodici anni, Cameron ha baciato la sua migliore amica, a sedici ha scoperto di non provare nulla nei confronti dei ragazzi, ha avuto la sua fair share of crushes e in alcune situazioni non solo è stata anche ricambiata, ma ha avuto occasione di scoprire che c'è tutto un mondo al di là di Miles City in cui "quelle come lei" non vengono considerate sbagliate o reiette. Peccato che qualcosa vada storto, peccato che la paura sia sempre dietro l'angolo e Cameron si ritrovi castigata e costretta in una specie di centro di recupero gestito da persone che, apparentemente, hanno ritrovato Dio e abbracciato Gesù, riparando quello che nella loro natura era fuorviante.

"Even thought no one had ever told me, specifically, not to kiss a girl before, nobody had to.
It was guys and girls who kissed - in our grade, on TV, in the movies, in the world; and that's how it worked: guys and girls.
Anything else was something weird."



Brutta detta così, ma tale viene riportata dalla nostra Cameron, che si lascia internare e che inizia questo percorso spirituale per poter finalmente riparare se stessa là dove è rotta e imperfetta. Peccato che poi anche in quel posto all'apparenza idilliaco le cose non vadano poi così bene e lei si ritrovi a dover fronteggiare la domanda che tutti, almeno una volta nella vita, si pongono: Chi è davvero Cameron Post?

Mi aspettavo un libro sull'omosessualità, la classica storia di personaggio A che si innamora di personaggio B, dello stesso sesso, e poi una famiglia conservatrice alle spalle con i relativi cliché da Young Adult che racconta una storia targata LGBTIQ+, ma non è stato così e grazie al cielo.

Questo romanzo esplora molto più della semplice cotta che mette in discussione l'orientamento sessuale di una persona. Ci racconta di quanto sia spaventoso accettare di essere diversi in una società così chiusa e conservatrice. Ci racconta di quanto difficile e ostico sia il percorso per arrivare a capirsi, a volte, come non tutto sia rose e fiori e arcobaleni e unicorni. Ci spiega come sia difficile inserirsi, sentirsi normali quando tutt'attorno la gente fraintende, giudica, punta il dito.

Lo dice anche Cameron stessa, a un certo punto:

"...and there I was sending all the wrong signals to the right people in the wrong ways. Again, again, again."



È un romanzo lento, che ci accompagna passo per passo assieme a Cameron alla scoperta di un nuovo mondo, di come la religione non sia necessariamente da temere -- Ma come?, direte voi. E questo sarà Cameron stessa a spiegarvelo, per non dire che sarete voi, a un certo punto, che lo sperimenterete con i vostri occhi e i vostri cuori. Il fatto che una persona appartenga alla comunità LGBTIQ+ non la preclude da quella della Chiesa, così come l'omosessualità non è peccato e le persone che fanno parte di questa piccola grande fetta di mondo sono uguali a tutti gli altri esseri umani. Provano paura, felicità, rabbia, tristezza, timore e amore e odio e senso di colpa quando commettono un errore. Hanno un'anima e un cuore e forse quello che spaventa più di tutto è che sanno usarli entrambi, perché le ingiustizie della vita (e non solo) le vivono in prima persona e sanno cosa significa porgere l'altra guancia o tendere una mano nel momento del bisogno.

Questo romanzo racconta l'importanza degli attimi, delle piccole cose. Il valore di un istante e del bene, inteso come sentimento e come azione benevola. Insegna che prima o poi tutto torna indietro, ma che in ogni caso c'è sempre un modo di andare avanti.

L'autrice chiede al lettore, in modo molto eclettico, di non rinunciare, di abbracciare la propria natura senza timore e senza vergogna e vivere con intensità ogni giorno, ogni momento, perché non si è mai sicuri di cosa potrebbe accadere subito dopo. Avere paura è giusto, è lecito, ma non bisogna mai lasciare che questo sentimento prenda il sopravvento.

La Danforth ci racconta di coraggio, a un certo punto, e ci chiede di riflettere su cosa significhi davvero essere umani e rispettare il prossimo come sé stessi. E penso che assieme all'amarsi e al lasciarsi amare, sia il messaggio più importante di questo libro.

“When you run into yourself, you run into feelings you never thought you had.”



È stata dura scegliere che voto dare a questo libro. Forse è un po' troppo lungo e prolisso, forse molte cose avrebbe potuto evitarle, avrebbe potuto tagliare qui e là e soffermarsi su alcuni punti piuttosto che altri, ma ha reso l'idea. Penso che probabilmente sia stato questo a farmi pensare a un tre stelline su cinque, inizialmente.

Poi però sono arrivata alla parte succosa, a quella che mi interessava più di tutte, e finalmente il mondo di Cameron Post ha preso forma e così il suo modo di pensare, di vedere il mondo circostante, di vivere. L'autrice riesce inevitabilmente a mettere il lettore davanti a uno specchio e il lettore non può fare molto altro se non confrontarsi con se stesso e il sé più profondo. Senza contare che Cameron cresce, nel corso del romanzo. Cambia età e noi la seguiamo da vicino, cresciamo e cambiamo con lei, con il suo pensiero. A un certo punto, sembra quasi di leggere la storia della nostra vita, una vita che però non ci appartiene. Noi prendiamo il posto di Cameron e ridiamo, piangiamo, ci sentiamo soli e arrabbiati con lei, al posto suo. E poi, chiudiamo il libro chiedendoci quale sia il nostro posto nel mondo e lo riponiamo sullo scaffale scoprendo tante altre risposte.

Mentirei se vi dicessi che le cinque stelle è stata una decisione ponderata, perché è stata impulsiva, ma non lo rimpiango. Questo libro mi ha fatto riflettere su me stessa, la società, il mondo, la religione, la sessualità, gli altri e ha scatenato la piccola psicologa in erba che ero un tempo. Mi ha fatto tornare la voglia di ricominciare a studiare perché Cameron è assetata di sapere, anche se non sa di esserlo o così non sembra. E trovo che sia proprio questo che gli ha fatto meritare le cinque stelline su cinque: il fatto che sia riuscito a stimolare me come lettrice, a farmi pensare e a farmi emozionare, a farmi mettere in discussione su un piano talmente delicato e personale e a farlo con una naturalezza tale che è stato quasi surreale, disarmante.

Quindi. Forse è un po' esagerato definirlo un nuovo classico, ma è sicuramente un libro che vale la pena di leggere per capirlo, capire. Conoscere una realtà che sembra lontana (parliamo degli anni compresi tra l''89 e il '93/'94) ma che in realtà era poco più di vent'anni fa. Confrontarsi, confrontare, ragionare. È un libro che stimola riflessioni su argomenti importanti che non bisognerebbe mai mettere da parte o dare per scontati.

Perciò ora sta solo a voi. Seguirete Cameron Post? Siete pronti a lanciarvi in un esame di coscienza così profondo che vi farà male? Perché io l'ho fatto e pronta non lo ero, ma a oggi mi guardo allo specchio e mi accetto un po' di più. Come Cameron Post.

 

1 commento:

  1. […] libro autoconclusivo che Rizzoli ha tradotto anche in italiano e di cui vi parlo in quest’articolo. Dirò solo che è molto educativo, una finestra su una realtà che percepiamo come lontana ma che […]

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