06 aprile 2017

(almost) "13 Reasons Why" I hated it.

Sediamoci e parliamo delle ragioni per le quali “13 Reasons Why” non è una buona serie TV e per le quali non manda un messaggio positivo al pubblico cui si rivolge.

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E ovviamente facciamolo tenendo a mente che è solo la mia umile opinione, opinione di una persona che è stata parte del pubblico menzionato e che ha anche letto il libro prima di mettere mano a questo TV Show. Ho quindi avuto modo di pensare e di ragionare su queste famigerate ragioni, prima di mettere giù questo articolo, e di farlo dopo aver visto entrambi i lati della medaglia.

Un ultimo disclaimer: ho la mia complicata idea riguardo al sucidio e riguardo a chi decide di togliersi la vita, ma questo non è il luogo in cui parlarne, perciò ho deciso di scrivere questo articolo mettendo da parte la mia idea in modo da essere il più oggettiva e imparziale possibile.

Potrebbero esserci spoilers, quindi continuate a vostro rischio e con la consapevolezza che non ci andrò leggera.

 

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Partirò dal libro, che parla di Hannah Baker e della sua decisione di togliersi la vita. A seguito di questo evento, una scatola con tredici nastri comincia a passare di persona in persona fino a Clay, attraverso il quale veniamo a scoprire che cosa abbia portato la ragazza a decidere che la propria non fosse più una vita che valesse la pena di continuare a vivere.

È una storia, quella del romanzo, che si incentra sull'aspetto del bullismo e che spiega, seppur in modo molto stereoptipato, il sistema sociale delle scuole superiori americane, ma c'è da dire che sono comunque aspetti che si trovano pressoché in ogni sistema scolastico, non solo quello che prenderemo in analisi in questo articolo. Di conseguenza, poi, da questo si passa al modo in cui i ragazzi percepiscono e vivono questa esperienza che è la scuola e come determinate relazioni finiscono per influenzare il loro percorso. Ci sono cheerleaders, punk girls, i nerd e gente che gioca a basket che sono, ovviamente, coloro che effettivamente sono i più temuti e rispettati all'interno del liceo.

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Nel complesso, il libro non è stata una lettura malvagia; decisamente fuori dalle mie corde, ma non mi è dispiaciuto affatto. Senza contare che il messaggio che ho ricevuto una volta conclusolo sia stato più chiaro di quello della serie tv.

Jay Asher ci presenta Hannah, ci mostra il suo cambiamento e quanto la crudeltà a volte involontaria delle persone di cui sceglie di circondarsi le ha fatto male. Ci mostra come l'essere quella nuova sia spesso difficile, di come non sempre si scelga il gruppo giusto di persone per cercare di rendere questo passaggio meno difficile e traumatico. Ci mostra le dinamiche della gerarchia di una scuola superiore e il modo in cui ogni vita si lega e intreccia inevitabilmente a un'altra, portando determinate conseguenze. Ci mostra come uno stesso evento possa essere un'arma a doppio taglio, più favorevole per uno e meno per un altro. Ci fa vedere che alla fin fine è come un enorme domino: cade una tessera, e tutto il resto finisce inevitabilmente in malora.
In questo caso, però, Hannah presenta la storia come una serie di fatti che hanno causato in lei un determinato sentimento che poi è cresciuto e l'ha portata al suicidio; non incolpa nessuno, non cerca di sollevarsi al di sopra degli altri. Cerca più che altro di portare giustizia, di levarsi un sassolino dalla scarpa. Di spiegare e di farsi ascoltare, visto che nessuno si è preoccupato di farlo a tempo debito. È una specie di resoconto che lascia da esterna, in modo da far sì che la gente prenda coscienza di come un determinato evento possa essere percepito in mille modi diversi dagli altri, ed evitare che qualcuno manchi ancora una volta i segni o colga quelli sbagliati o scelga di non vedere. Vuole che le persone capiscano che non è una questione di sentirsi in diritto di ignorare una richiesta di aiuto o girarsi dall'altra parte quando qualcosa di brutto o sbagliato accade a qualcuno. Se una persona fa qualcosa a un'altra, allora ci sono delle conseguenze che possono essere buone o cattive o terribilmente cattive. E quando queste si verificano, è necessario che ci sia consapevolezza, perché si è una tessera del domino nelle vite altrui e si potrebbe, più o meno involontariamente, causare un danno o un disagio esattamente come si potrebbe portare qualcosa di buono.

Insomma, lo scopo principale è far sì che le persone siano consapevoli e tengano a mente che ogni azione porta a una reazione uguale o contraria, ma anche che, a volte, le cose possono andare terribilmente male. Quello che facciamo ha delle conseguenze e se siamo noi a causare determinate reazioni, poi non possiamo scusarci e filarcela perché non era nelle nostre intenzioni o perché non ci interessa in quanto non tocca le nostre vite.

E ho adorato questo libro; è stato veramente toccante, qualcosa che potrei sentire mio ancora e ancora, in cui posso in qualche modo ritrovarmi. Ho amato i personaggi e la loro caratterizzazione, le storie raccontate e il modo in cui, comunque, ogni personaggio a parte un paio, si potesse tranquillamente ritenere umano. Anche Courtney, che è arrogante e ipocrita e... vuota, sola al punto che si approfitta di coloro che la circondano per sentirsi meglio con se stessa e la propria vita. Ogni personaggio è umano, apprezzabile nel bene e nel male, perché ognuno di loro sta crescendo e sta commettendo errori così com'è normale che sia nel corso della vita.

E ho condiviso molte delle scelte di Asher, molte delle sue strategie letterarie e molti dei suoi contenuti, perché non ha mai cercato di giustificare o validare le azioni degli altri, Hannah compresa. È stato un raccontare i fatti, una storia, e mettere in evidenza come determinati commenti abbiano fatto sentire una persona come Hannah, in un momento delicato della sua vita. È stato un dichiarare che "questo è sbagliato, non dovrebbe accadere a nessuno, non sarebbe dovuto accadere ma è successo, quindi la prossima volta c'è da fare più attenzione," o ancora "È successo questo e avrei dovuto fare qualcosa, almeno provarci." Nessuno dei protagonisti è innocente e tutti ne sono consapevoli. E non cercano di giustificarsi o di pararsi il culo, detta come va detta.

Poi è successo.

Ho scoperto che era uscita la serie TV su Netflix e ho deciso di iniziarla, presa dalla curiosità e perché il libro non mi era dispiaciuto. Avrei dovuto fermarmi al primo episodio, però, perché già sapevo che avrebbe rovinato tutto, ma non l'ho fatto, altrimenti non sarei qui.

 

E va bene se a voi è piaciuto, va bene se siete fan e l'avete amato; nessuno vi giudicherà per questo e nessuno vi chiederà di cambiare idea a riguardo o di rifletterci su dopo aver letto questo articolo. Nessuno verrà a casa vostra a insultarvi o a lanciare uova marce alle finestre. Ma a mio parere, chiunque abbia messo in piedi questo scempio, ha proprio mancato il punto del libro e della storia di Hannah. Hanno praticamente rigirato ogni cosa e questo mi rende così arrabbiata da farmi venire voglia di urlare.

Non metterò in questo post ogni singola cosa che non mi è piaciuta o che ho odiato di quello show - e credetemi quando vi dico che sono parecchie - ma solamente quelle principali, quelle che mi hanno lasciata a piangere e tremare dalla rabbia. Quelle che sono immensamente sbagliate e che mandano il messaggio sbagliato, quindi mettetevi comodi.

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La trama è praticamente la stessa, con la differenza che hanno creato una sorta di background per ognuno dei personaggi secondari. E alcuni di essi erano così f ucked up che avrei voluto prendere a schiaffi chiunque li abbia inventati. In più, la storia non ruota solamente attorno ai nastri di Hannah e a Clay che li ascolta, ma anche all'azione legale che i genitori della ragazza hanno mosso contro la scuola, dal momento che nessuno dei professori ha mai alzato un dito per cercare di venirle incontro o rendere migliore la situazione in cui lei si è ritrovata invischiata.

Da un certo punto di vista li capisco, perché che i professori e il consulente non abbiano fatto il loro lavoro è vero; hanno sempre girato lo sguardo o ignorato ogni genere di sopruso consumato tra le mura scolastiche. Dall'altro, però, è anche vero che le cose si fanno in due, soprattutto quelle sbagliate: Hannah non si è nemmeno sforzata di chiedere aiuto. E quando le è stato dato, l'ha rifiutato, ignorandolo così da poter dire di essere stata lasciata sola nel momento del bisogno.

Come vi ho detto poco fa, ci sono state un po' di cose che mi hanno infastidita troppo e se siete ancora qui, allora vi ringrazio. Voglio che sappiate che apprezzo il fatto che non siate fuggiti via e che siate ancora interessati a quello che ho da dire nonostante la lunghezza del post.

 

Innanzitutto, siate consapevoli del fatto che nello show compaiono elementi che nel libro non sono affatto presenti, nemmeno menzionati o sottintesi. Non è stata una sorta di vedo-non-vedo, e questo mi ha disturbata parecchio perché è servito a twistare buona parte degli eventi e delle personalità dei protagonisti, nonché il messaggio finale dell'intero show, ma a questo ci arriveremo. Intanto, iniziamo con gli elementi che sono definitivamente spoiler.

• Tony è gay e io dico: DOVE CHI E QUANDO HA DETTO QUESTO
E ancora: dove lo avete visto questo, nel libro? Perché aggiungere elementi così, inutili e stupidi che non sono funzionali alla trama proprio per un cazzo, solo per attirare pubblico? E la cosa più triste, è che quando c'è stato il boom di questo show, quando la gente è arrivata alla puntata del coming out di questo personaggio, ha smesso di parlare di Hannah Baker, perché evidentemente Tony omosessuale era molto più interessante.
Ora, niente in contrario con nessuno degli elementi a rappresentanza della comunità LGBTQ+, sia chiaro; sono una grandissima sostenitrice myself. Ma questo ha distolto l'attenzione. Ha fatto sì che Hannah Baker e la sua storia passassero in secondo piano, favorendo Tony e i suoi atteggiamenti alla ricerca di una qualche coppia da shippare MaleXMale.
E poi, ancora più irritante, il modo in cui hanno progettato il coming out stesso. Hanno praticamente sganciato la bomba e cinque minuti dopo era come se niente fosse mai stato detto. Tipo: "Okay, dobbiamo dire che Tony è gay così fa figo e alle persone piacerà, ma non aggiungerà nulla di importante alla storia stessa o a quella di Hannah, ma per l'audience, questo e altro." E così hanno fatto, quindi applaudiamo a questa bellissima trovata e alla scena più imbarazzante che sia mai stata fatta, nonché alla decisione più stupida e offensiva, a mio parere, mai presa in un telefilm e passiamo oltre.
Passiamo oltre e parliamo di quanto fosse presuntuoso Tony, con tutti. Sembrava un rappresentante della mafia spagnola che cercava di comportarsi da gradasso perché ha ricevuto chissà quale missione divina che imponeva di fare da babysitter a tutti gli altri personaggi. E nope, babe. Definitely nope.

 

Hannah asked me to keep her secrets” è il suo motivetto ricorrente e santo cielo, devi essere proprio ignorante, figliolo, lasciatelo dire. Uno, questa è già bell'e che andata; cosa vuoi che faccia? Torni indietro e ti infesti la casa?
Due, c'è un fottuto processo in atto, con la polizia, il tribunale e gli avvocati coinvolti, e tu trattieni delle prove anziché cederle?!
OTTIMA SCELTA, Tony. Ottima scelta. E chissà che grande segreto, poi. Certo, non che si trattasse di qualcosa che avrebbe potuto salvare una vita e risparmiare buona parte di tutto quello che di inutile e noioso è accaduto nella serie TV. Nulla di davvero importante per il nucleo della storia, dico bene?

E poi.
I discorsi di ogni singolo personaggio. Parliamo di quanto egoisti e infantili fosse ognuno di essi?

• Clay è l'unico che cerca di capire, di togliersi dai propri panni e mettersi in quelli di Hannah, l'unico che viene dipinto come un essere umano che sì, commette errori, ma non si arrende e prova. Prova più volte, fin da subito. Cerca comunque una soluzione e di essere d'aiuto. Un personaggio che prova rabbia, tristezza, solitudine e paura. Lui è quello che, tra tutti, fa qualcosa. A volte in modo stupido, ma è qualcosa. Cerca di rendere le cose migliori e più semplici, ma tutti gli remano contro, lo additano come il pazzo furioso che sta cercando di fottere le loro vite apparentemente perfette e super importanti.

(E io dico: siamo seri? Davvero?)

• Poi c'è Tyler, che scatta foto di tutti, che stalkera le persone e viene trattato come un appestato. Nessuno lo ascolta, nessuno si ferma per cercare di capire il suo punto di vista, di starlo a sentire, perché abbia agito nel modo in cui ha agito e perché abbia fatto ciò che ha fatto. Lo vedono semplicemente come il grande demonio della situazione, un capro espiatorio in piena regola. E nessuno fa niente per esorcizzare questa serie di atteggiamenti che vengono rivolti a questo ragazzo. Quindi si sentono tutti in dovere di lanciare sassi alla sua finestra perché è un creep, un weirdo, perché fa foto e stalkera le persone. Ma oltre questo? Che altro?
Ah, teniamoci in mente quest'anima.

 

• Poi c'è Alex, che alla fine dello show si uccide e non si capisce davvero per quale ragione. Io, almeno, non l'ho capita. Ma è stato triste perché l'intera serie TV sarebbe volta a riflettere sul suicidio, sul riconoscere i segni di qualcuno che potrebbe potenzialmente agire in modo da togliersi la vita e prevenirlo. Essere gentili, fermarsi per ascoltare, aiutare. Dedicare un po' del nostro tempo a coloro a cui vogliamo bene e a coloro che ne hanno bisogno. A cercare di cambiare quello che non va e a essere più gentili, meno egoisti. A smettere di nascondere sotto al tappeto tutto quello che non è buono per la nostra reputazione. Eppure, ancora una volta, mancano il punto. Alex cambia lentamente, ma in modo piuttosto evidentemente, e nessuno se ne rende conto. Nessuno realizza che ci sia una mancanza. Che anche lui, come i genitori di Hannah, abbia perso qualcuno di caro e stia soffrendo, magari anche sentendosi in colpa. Lo incolpano, gli ripetono che Hannah sia una bugiarda, ma tutti, come Alex stesso, ne sentono la mancanza e la trovavano interessante -- o almeno, fino a quando la ruota ha girato come avrebbe dovuto girare per ognuno di loro. Perché poi, la cosa più importante in tutto è questo è proteggere la reputazione di uno in particolare e riempire di botte Clay così da indurlo al silenzio, nonostante lui sia l'unico che abbia un cervello e sappia come usarlo correttamente.

E ora la domanda sorge spontanea: chi stanno cercando di proteggere e per quale ragione? Non posso ancora dirvelo, perché il motivo è ancora ignoto a me. Non l'ho capito, non sono riuscita ad afferrarlo, e ne sono felice, altrimenti questo post diverrebbe davvero infinito e probabilmente ancora peggio di quello che è or ora.

• Le persone nominate nei nastri, alla fine della giostra, stanno cercando di proteggere Bryce, uno stupratore. Non vogliono che le autorità vengano a conoscenza dei suoi due stupri perché altrimenti sarebbe fottuto e il suo futuro, nonché la sua famiglia e la sua reputazione prima di tutto il resto, rovinato. Nessun college o università lo accetterebbe e lui finirebbe per essere la delusione della famiglia; e lo stesso si applica a ognuna delle persone citate da Hannah. E per favore, non fatemi parlare delle famiglie, perché anche lì ci sono talmente tante cose sbagliate che, davvero, non saprei da dove partire.

Tornando a Bryce. Apparentemente lui è all'oscuro di quello che ha fatto. Citando testualmente "if all the girls were begging to f uck with me and they didn't ask me to stop or didn't say no, then all the girls I f ucked with wanted to be raped."

E devo davvero spiegare questa citazione?

Siete liberi di gridare e appioppargli tutti gli appellativi che vi passano per la testa; siete liberi di essere così maledettamente incazzati da voler rompere qualcosa contro un muro per calmarvi. Le mie mani ancora tremano e prudono, se ci ripenso, quindi vi capisco e vi appoggio.

Ancora peggio -- perché sì, c'è di peggio -- sono i suoi amici. Lo giustificano. Giustificano lui e le sue azioni più di una volta, più che esplicitamente. E davvero, vaffanc*lo. Va', fatti vedere da uno bravo e rimetti assieme la tua merda, tu e i tuoi amici, perché questo è sbagliato. Immensamente sbagliato. E ancora più sbagliato è che nessuno osi fargli un discorso con i controcazzi, dirgli: ohi, vecchio, stai facendo una scaterva di stronzate e causando problemi.
E questo a cosa porta? A Bryce che non si mette in discussione, ma anzi si giustifica a propria volta.

Di nuovo: GLIELO LASCIANO FARE. Tutti passano un inferno per colpa di quello che ha fatto Bryce e Bryce ne esce a mani pulite. Nessuno parla, nessuno dice la verità. E si forma una specie di mafia che cerca di mettere a tacere tutti coloro che tentano di ribellarsi, perché si tratta di Bryce, che ha i soldi ed è popolare e può picchiarli a sangue in qualunque momento, proprio come ha fatto con Clay quando si è presentato a casa sua nel tentativo di fare giustizia da sé o di aiutare una famiglia che stava soffrendo.

Nessuno dei personaggi ha mai cercato di fare la cosa giusta. Non una singola volta. A parte Justin, ma questo non serve a scusare tutto il resto.

E che cosa è questo resto, vi starete chiedendo.

• Ebbene, Justin permette a Bryce di violentare la sua ragazza, perché stando alle parole di Justin stesso, egli deve tutto a Bryce, dal momento che la sua famiglia è così messa male che il nostro amico stupratore lo ha aiutato quando ne aveva più bisogno. Quindi, secondo Bryce, "what is yours is mine" si applica anche a Jessica. Jessica che è una ragazza vergine, che in quel particolare momento era ubriaca fradicia e non ha saputo riconoscere la persona che era sopra di sé e poi dentro di sé, a violarla. Jessica che non ricorda un cazzo di quella notte e che è una ragazzina minorenne. Alla lista, apparentemente, bisogna anche aggiungere che Jessica è un oggetto, una proprietà, non un essere umano.

Ma nonostante tutto questo, Tyler (il fotografo stalker, ricordate?) è quello che ha fatto la cosa peggiore tra tutti. Fantastico. Priorità e ottime skills quando si tratta di analizzare determinati eventi e dare precedenza.

E poi, oh dio, dopo il discorso dello stupro, viene quello della concezione che i personaggi hanno degli eventi.

• Passano da "yes, we all killed Hannah Baker" a "it was her choice we couldn’t help it and we are not guilty" in uno schiocco di dita. E quindi, parliamone.

Se siete stanchi, sappiate che mi dispiace, ma stiamo per tirare le somme. Spero.

Comunque, tornando al punto precedente.

Nessuno ha ucciso nessuno. L'intero punto della serie TV avrebbe dovuto essere diverso dall'incolpare i vari teenagers per la scelta di Hannah, una scelta che lei ha preso in tutta solitudine, una scelta che evidentemente ha ponderato e che non le è stata imposta da nessuno. Insomma, senti di non avere il controllo della tua vita? Hai l'impressione che la vita che stai vivendo non sia più degna di essere vissuta? Le cose sono difficili per te?
Allora va', chiedi aiuto. Provaci, almeno. Anche se ciò che stai passando è la solita e classica merda che tutti vivono a scuola, soprattutto alle superiori. Perché per qualcuno può essere una passeggiata, per altri un no-big-deal, ma per te, caro Reader, potrebbe significare il mondo. Potrebbe essere la catastrofe del secolo. Perché tu non sei me e non sei gli altri; sei solo tu e tu soltanto sai cosa ti fa male, cosa ti lascia indifferente e cosa ti riempie il cuore. Hai una percezione diversa dalla mia, una percezione unica e indiscutibile, incondivisibile. Quel che può essere stupido per me, non lo è per te. E quindi va benissimo. Va benissimo avere paura e all'inizio avere come l'impressione di aver fatto la scelta sbagliata, di aver intrapreso un percorso troppo difficile. Va benissimo. Ma c'è bisogno di fare un tentativo. C'è bisogno che tu, Reader, faccia un tentativo prima di arrenderti una volta per tutto. E c'è bisogno che tu provi con tenacia, ancora e ancora, perché le persone sono egoiste e stupide e spesso senza cuore, ma ognuna di esse it's worth a try. A volte più di uno.

 

Dall'altra parte, le persone dovrebbero essere meno superficiali, dovrebbero imparare a prestare più attenzione, a sedersi e ascoltare. Trovare il tempo per qualcuno che, più o meno esplicitamente o rumorosamente, sta chiedendo aiuto. Perché se vengono scelti, se qualcuno si rivolge loro per questioni così delicate, vuol dire che questo qualcuno si fida e che l'ultima cosa che passa per le loro menti è essere traditi.

E ovviamente, in questa serie TV accade proprio l'opposto.

• I ragazzi si spalano merda addosso a vicenda, gli adulti non si preoccupano di loro perché troppo impegnati con le loro cose da adulti e i professori sono troppo poco interessati o coinvolti (troppo poco pagati) per prendere sul serio il loro ruolo di educatori.

Sorge quindi spontaneo chiedersi che cosa dovrebbero fare gli adulti, quando hanno già tanti problemi di per sé. E a questo io non posso che rispondere: che cosa non dovrebbero fare?
Avete bisogno di qualche opzione?
Allora che dite del non lasciare che i figli abbiano a che fare con la vita da soli, allo sbaraglio e senza nessuna sorta di àncora o di appoggio, come se sapessero esattamente cosa fare, come comportarsi, che strada prendere per riuscire al primo colpo? E magari considerarli, prendersi cura di loro quando le cose si fanno difficili o quando chiedono aiuto, piuttosto che ignorarli e lasciarli a sé stessi? Che dite di questo, per iniziare questa lista?
E nello show, tutta questa assenza genitoriale viene giustificata con cose più importanti che devono mettere a posto e sistemare. Quindi io mi chiedo, vi chiedo, genitori: cosa c'è di più importante della sicurezza dei propri figli? Del loro benessere, della loro serenità, dei loro sentimenti e, soprattutto, della loro vita?

 

La loro voce, per quanto incredibile a credersi, è importante tanto quanto la vostra e i loro problemi sono importanti tanto quanto i vostri, cari genitori. E magari voi l'avete dimenticato, ma un tempo siete stati giovani anche voi. Anche voi alla loro età, durante l'infanzia e l'adolescenza, avete passato momenti difficili. La differenza è che avete avuto qualcuno accanto, qualcuno che ha saputo indirizzarvi, in qualche modo. Quindi perché non può essere la stessa cosa anche per i vostri figli?

A parte questo, quasi ultimo ma non meno importante, c'è ovviamente la scelta di Hannah. Perché è di questo che si tratta: una scelta.
• Hannah ha deciso deliberatamente di togliersi la vita. E su questo concordo. Nessuno le ha detto di farlo, di comprare una lametta o una boccetta di pillole e andare a morire in completa solitudine. E va benissimo che i personaggi lo sottolineino più e più volte nella serie TV. Ma di cosa stiamo parlando, esattamente?
Perché sapete, Hannah ha sì scelto di uccidersi, ma questo non rende nessuno degli altri personaggi innocenti. Non è che constatando l'ovvio, allora tutte le colpe e le cose sbagliate si cancellano magicamente. Non si annullano le conseguenze. Non si torna indietro e gli errori non si riparano, altrimenti sarebbe una sorta di Donnie Darko molto twistato e ridicolo.

 

L'argomento viene affrontato così, con leggerezza, come se fosse un mantra e nessuno di loro dovrebbe preoccuparsi più di tanto per quel che le è successo o per le ragioni per cui è successo. Il fatto che sia stata una sua scelta, non significa che debbano venire ignorati il dolore e le ferite che si lasciano nell'animo di una persona. Non si deve sottovalutare il fatto che non fosse felice. Non concede il diritto di scrollare le spalle e ridurre il tutto a un "aveva bisogno di attenzioni, era una bugiarda," perché come qualcuno dei personaggi dice giustamente a un certo punto, "Hannah's truth is not ours." Ancora una volta, prospettive. E a volte, bisogna mettersi nei panni degli altri per capire, vedere il mondo da un punto di vista differente.

Dovresti provare, Reader. Ne rimarresti sorpreso.

Ma nessuno dei nostri protagonisti a parte Clay si è preoccupato. Perché si trattava di lei. Una puttana (la chiamano "slut"), una facile, il "best ass" della Liberty High School e non più Hannah Baker. Ma se fosse stato qualcun altro? Qualcuno di vicino a loro?
Allora, in quel caso, avrebbe avuto importanza, dico bene?

• Poi c'è il modo in cui tutti trattano i genitori di Hannah. Come se il loro intento di fare giustizia, capire che cosa abbia portato la loro figlia a scegliere la morte e le ragioni per cui l'ha fatto, fosse una pazzia dettata dal dolore, qualcosa di profondamente sbagliato per il quale avrebbero fatto meglio a nascondersi, sparire, lasciar perdere. Gettare bandiera bianca proprio come Hannah ha  fatto. Ancora una volta, nessuno cerca di capire, perché finché sono le vite degli altri, voltarsi dall'altra parte non è sbagliato, giusto?

(spoiler: no.)

• Se poi il tutto viene condito con Hannah che più o meno esplicitamente va in giro a dire di essersi ammazzata perché la tal persona ha fatto la tal cosa, quindi questo non solo la implica responsabile del suo suicidio, ma anche sui tape, io mi chiedo: che cosa diamine insegna questa serie TV?!
Okay, sono state fatte cose più o meno gravi, okay lei era triste e infelice e tutte le ingiustizie che ha subito sono state completamente random; è stata presa di mira. Ma questo non rende nessuna delle persone nei nastri un serial killer o un assassino (a parte forse Bryce, ma questo è da intendersi in senso più... figurato e non stretto). Questo li rende persone stupide, fottutamente stupide, perché hanno scelto di mettere sé stessi davanti ai sentimenti di altre persone, hanno scelto di ignorare stupidamente il fatto che le loro azioni abbiano portato sofferenza nella vita di una persona e che i loro comportamenti potrebbero continuare a portarne nella vita di altri. E il modo in cui hanno cercato di nascondere tutto, senza nemmeno sentirsi in colpa per quello che hanno fatto... Il modo in cui hano cercato di giustificarsi ancora e ancora, come se avessero sbagliato gli ingredienti di una torta—!

Sul serio: che razza di messaggio c'è dietro?! Che cosa diavolo ci si aspetta che arrivi alle persone, con una serie TV come questa?
Da' la colpa agli altri e ammazzati? A nessuno importa né importerà mai?
Perché è questo che ci dicono, praticamente. Siamo soli, anche quando pensiamo di aver trovato amici, e non importa cosa facciamo perché tutti prima o poi ci volteranno le spalle e ci tradiranno. Quindi non ha nemmeno senso provarci; tanto vale ammazzarsi subito e non preoccuparsi di spiegare come ci si senta, dal momento che nessuno presterà attenzione né ascolterà mai.

Ora ditemi che sbaglio.

Il target sono i teenager, ovviamente, e questo lo rende ancora più sbagliato. Qui, in una società dove il suicidio e i tentativi di suicidio sono quasi una moda -- non potete dire che non sia vero, siate oggettivi -- e in cui i genitori pensano che telefonini e social networks non siano poi così importanti nelle vite dei figli, che non li influenzino così tanto e che anzi, siano utili perché permettono loro di trovare 257841692356257684 amici con cui parlare; una società in cui questi social networks non solo sono una specie di luogo sicuro, ma anche una prigione, spesso i diretti responsabili di vite spezzate, il messaggio della serie TV è completamente sbagliato.

È vero, potrei essere la pecora nera qui, in questo preciso istante, ma non ho intenzione di scusarmi perché non mi dispiace affatto. Questo è quello che è passato, quello che ho raccolto e percepito, capito. E magari non è stato lo stesso per te, Reader. Ma anche se dovessi essere l'unica ad aver inteso tutto questo, ho deciso di metterlo qui fuori lo stesso, perché è sbagliato e la gente deve saperlo.

E sì, ci potranno essere persone che finiranno per tradirti, per demolirti nel profondo e che metteranno sottosopra la tua vita. Così funzionano le relazioni, del resto. Ma non voglio che dimentichi una cosa importante: allo stesso modo in cui ci sono persone che ti faranno del male, là fuori ce ne saranno altrettante che sono disposte ad aiutarti se ne dovessi avere bisogno, persone disposte ad ascoltarti. Questo per ricordarti che non sei da solo, che suicidarti non è un gesto di coraggio, non è una soluzione a tutti i problemi che pensi di avere o che incontrerai lungo il tuo percorso di crescita.

Quindi ti prego, Reader. Pensaci due volte.
Pensa due volte riguardo a questa serie TV, alla tua vita, alle tue esperienze. E fa la scelta giusta. Continua a vivere e vivi tutto, bello o brutto che sia. Renditi più forte e se non ce la fai da solo, chiedi aiuto. Non è semplice, è abbastanza difficile devo ammetterlo, ma non è nulla di cui vergognarsi. Significa, anzi, che sei stato abbastanza coraggioso da guardare dentro di te, capire quali sono i tuoi limiti e accettarli, chiedere a qualcuno di tenerti la mano e di superarli con te in modo da diventare più forte.

Vivi e sii gentile con gli altri, perché nel nostro piccolo siamo un po' ognuno dei protagonisti di "13 Reasons Why" e non possiamo farci molto, dal momento che siamo umani ed è nella nostra natura ferire le persone. Ma allo stesso tempo siamo tutti Hannah Baker, perché per ognuno che ferisce c'è un ferito. E nessuno di noi merita di diventare invisibile e nemmeno di essere considerato tale.

La tua vita, proprio come la mia, ha un valore, caro Reader. Quindi perché buttarla all'aria, quando puoi faticare un po' ma renderla la vita che vorresti, che hai sempre desiderato, ed essere felice?

 

 

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