22 dicembre 2016

Everything Everything or nothing at all? - Book review #2

 

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Oh, well.

Mai dire mai nella vita, dicono. E hanno ragione. Perché, dai ragazzi: pensate davvero che io sia il tipo da leggere un libro come questo e apprezzarlo?

No?

Be', normalmente vi darei ragione, ma non oggi. Oggi dirò: sediamoci e parliamone un po' insieme.



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La trama di questo libro scritto da Nicola Yoon è abbastanza semplice e stupida – non in senso negativo.

Madeline è letteralmente allergica al mondo. È la ragione per cui ha speso buona parte della sua vita bloccata in casa, imparando a conoscere il mondo esterno solo attraverso libri e Internet. Ha un blog, frequenta lezioni online e ha una madre che è mooooolto protettiva nei suoi confronti perché le vuole moooooolto bene. Troppo bene. Decisamente più di quanto si potrebbe considerare normale. E l'unica persona che Madeline potrebbe considerare sua amica è l'infermiera.
E tutto questo fino a quando un ragazzo di nome Olly e la sua famiglia non si trasferiscono nella casa accanto a quella di Madeline e cambia le carte in tavola, a partire dal fatto che lei sembra provare una sorta di tenerezza nei suoi confronti che poi, osando un po', la spingerà fuori dai propri confini e le farà scoprire la verità. Ovviamente. Come in tutti i YA che si rispettino.

Solo a titolo informativo: questa non sarà una recensione lunga, dal momento che il libro stesso non lo è. Non c'è ragione di scrivere qualcosa che sia lungo il doppio quando posso dire tutto quello che ho da dire con brevi frasi e brevi paragrafi, giusto?

E sì, mi conoscete abbastanza bene da poter ridere a questa affermazione quanto preferite. Lo capisco. Rido anche io.

 

A N Y W A Y

La trama è semplice quanto l'intero libro, come potete vedere. Abbastanza prevedibile e a volte assurda e impossibile, piena di situazioni che non sono oggettivamente verificabili in determinati contesti. È una lettura semplice, qualcosa che si sceglie quando si ha bisogno di una pausa dalla vita o dalla lettura stessa, perché gli argomenti trattati non sono così profondi come dovrebbero in teoria essere.

La sindrome di SCID di cui soffre Maddy avrebbe dovuto essere un po' più dettagliata, a mio parere; lei ne parla come se non fosse qualcosa di pericoloso o qualcosa che stesse effettivamente condizionato la sua vita. Non ci sono forniti dettagli o comunque informazioni su come la sindrome si sia sviluppata e ancora si sviluppi, che cosa sia o che genere di sintomi si manifestano. Insomma, queste piccole cose. Maddy ne parla come se avesse preso atto della situazione e amen, come se non toccasse lei ma, che ne so, il vicino di casa di Olly. Qualcuno di lontano e completamente separato dalla sua persona. E poi, cosa odiosa, viene presentata come se il lettore fosse a conoscenza di tutto quello che riguarda questa malattia, e quindi non avesse bisogno di spiegazioni. Come se fossimo tutti una Wikipedia vivente, insomma. E HELLO, QUI NON È CHE TUTTI SIANO DOTTORI THANK YOU VERY MUCH.

But still.

L'intero romanzo non è così profondo, dicevo; anche le relazioni che verranno a crearsi sono abbastanza sempliciotte. Poi c'è questa cosa dell'amore a prima vista (in cui non ho mai creduto) che non è molto ben sviluppata. Anche perché, sii oggettivo, mio caro Reader, come potresti innamorarti pazzamente di uno che vedi solo attraverso una finestra? qualcuno a cui mandi solo messaggi? È un po' stupido, non trovi? E quando i due protagonisti si vedono di persona, c'è subito attrazione fisica che viene spacciata per qualcosa che è mossa da chissà quale sentimento provano l'uno verso l'altra, invece non è altro che un bisogno fisico di Maddy di entrare in contatto con un essere umano che venga dall'esterno e che non sia sua madre o l'infermiera.

Però questo è un tratto ben spiegato: il bisogno di libertà che sente Maddy, la sua voglia di uscire e conoscere, lasciare la casa e rischiare tutto per vivere anche solo per un istante come le persone normali vivono la loro vita ogni giorno. E questo mi è piaciuto, perché ha fatto sentire in carcere me.

Ho anche apprezzato Olly come personaggio. Ho adorato la sua prospettiva delle cose, il modo in cui riflette e il suo senso di protezione nei confronti di madre e sorella. Non ho davvero apprezzato, però, il modo in cui Nicola Yoon ha presentato il padre, dal momento che penso non abbia ricevuto il gisuto spazio. E in un libro di circa trecento pagine, mi sembra abbastanza dovuto. Lo spazio per dargli sostanza e senso non mancava di certo.

C'è poi stata una serie di eventi un po' buttati lì, senza senso. Perché dai, come fa una ragazza che non è mai stata nel mondo esterno a comprare una carta di credito che ha dei soldi sopra e che, casualmente, sono sufficienti per andare alle Hawaii, scomparendo da casa senza che nessuno riesca a rintracciarla?

Non saprei, onestamente.

È stata una lettura carina, che mi ha intrattenuta; semplice e veloce, come vi dicevo, ma che non ho saputo apprezzare completamente.

Uno shout out però va al format: combinato alla parte narrata, ci sono nel libro dei disegni, delle cartelle cliniche e il dizionario personale di Madeline, assieme ad alcune citazioni e considerazioni che ho apprezzato e che, probabilmente, sono stati la vera ragione per cui ho comprato questo libro.

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È del resto una storia molto cheesy, troppo per i miei gusti, e una contemporary fiction poco realistica. Sembra quasi una fanfiction che è stata girata in un romanzo che non lascia chissà cosa al lettore, ma che comunque consiglio a tutti coloro che sono un po' sognatori e teneri di cuore. La consiglio a coloro che hanno un debole per questo genere di romance e a chi è nel blocco del lettore.

L'ho apprezzato comunque, dal momento che i personaggi non sono troppo profondi e non sono irritanti. Madeline ha un modo di pensare, parlare e comportarsi molto fresco e questo nonostante il fatto che sia una nerd, una bookworm, e questo aiuta un po' a mettersi nei suoi panni. È stata una scoperta costante anche per me che vivo il mondo esterno ogni giorno e non mi è dispiaciuto. Non è stato un romanzo ignorante o pretenzioso, non è stato un romanzo troppo caricato o caricaturato, ma uno semplice che ha scelto di ruotare attorno alla curiosità e al coraggio di osare. Forse, in qualche punto uscendo un po' troppo dalle righe, ma okay. Per il target a cui si rivolge, direi che sia accettabile.

Quindi sì, in pratica leggetelo se siete annoiati o stanchi e apprezzatelo così com'è, senza pretese, perché è con questo obiettivo, secondo me, che è stato scritto.

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