04 febbraio 2020

Letture del mese | Gennaio '20

Ciao a tutti, bentornati sul blog. Oggi introduciamo una nuova rubrica e parliamo delle letture di questo Gennaio infinito: poche ma buone. Ho infatti letto solamente quattro libri e ne ho riletti tre.

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Ho deciso di mettere in pausa il canale YT per un po’ di tempo. Non me la sento di mettermi davanti a una videocamera e purtroppo il mio span di attenzione è davvero ridotto: rischierei di fare un lavoro pessimo, finirei per inciampare nelle frasi, per non riuscire a esprimere a modo i concetti e le idee e non voglio portare un prodotto relativamente più scadente del solito. Non voglio questo, né per voi né per me. Allo stesso tempo volevo comunque raccontarvi delle letture del mese e ho pensato che finché non avrò deciso che direzione prendere con il canale, una rubrichina piccina sulle letture del mese qui sul blog non avrebbe fatto male a nessuno, perciò eccomi qui.

Onestamente è stato un periodo pieno di bassi. Non mi sono ancora completamente ripresa e sono sicura che avrò un bel po’ di lavoro da fare, quindi non sono riuscita a concentrarmi sulle letture come m’ero prefissata. Ho provato a sforzarmi un po’ di più ma ho capito fin da subito che non ne sarei stata in grado. Ho deciso di prendermela comoda, quindi, di usare la lettura come il rifugio che è sempre stato per me e anche se ho aperto l’anno con solamente quattro libri e tre riletture, sono soddisfatta.

Senza indugio, direi di buttarci nelle letture che mi hanno accompagnata in questo primo mese del 2020 che, come al solito, sembrava non finire mai.

 

  1. Luna Nera, di Tiziana Triana
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    In realtà è un libro di cui vi ho già parlato in abbondanza qui. È una storia di streghe che mi è piaciuta tantissimo, anche se non posso dire lo stesso della serie uscita su Netflix, che ho trovato molto pretenziosa e davvero poco curata confronto al libro. Mi ha fatta sorridere più che farmi sentire coinvolta e non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio perché quelli sullo schermo mi hanno dato l’impressione di essere degli sconosciuti, non gli stessi di cui mi sono innamorata leggendo. L’eccezione l’ha fatta Giorgio Belli, perché sfido io a trovare un Pietro più… Pietro di lui. Me ne sono innamorata alla follia, la sua interpretazione, il suo fervore e la passione, l’impegno che ha messo dietro quel ruolo hanno reso tutto molto più interessante e la sua storia molto più heart-wrenching rispetto al romanzo. Poi, spezziamo anche una lancia a favore del fatto che Giorgio Belli sia esteticamente parlando perfetto per il personaggio che interpreta (e ha una voce fantastica). In più ho adorato Valente, anche speravo che gli venisse dato un po’ più di spazio, considerando che personaggio adorabile e forte sia, quali sorprese riservi. Insomma, Giorgo/Pietro ha il mio cuore anche nella serie di Netflix e Valente è una patata adorabile. Hanno salvato un po’ la storia, anche se alla fin fine non mi ha fatta impazzire.

  2. The Starless Sea, di Erin Morgenstern
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    Finalmente poi ho messo mano al nuovo romanzo di Erin Morgenstern. È una storia che parla di storie e di libri, che racconta di un mondo fantastico al di là di porte che vengono dipinte su muri e nei luoghi più impensabili. Parla di Zachary che trova un libro nella biblioteca della scuola e in qualche modo non riesce a separarsene. Vuole scoprire che cosa rappresentino i simboli che si trovano tra le pagine e finisce per essere invitato a un party dove incontra Mirabel. Al termine del party un certo Dorian gli chiede di raggiungerlo in un determinato luogo e poi gli affida una missione: recuperare un libro da un archivio. Quindi dà istruzioni precise e attende. Problema di fondo? Zachary si caccia nei guai e Dorian dovrà aiutarlo a scappare. Nella fuga, però, Dorian viene catturato e Zachary, con l’aiuto di Mirabel, si dovrà fare coraggio e dovrà lanciarsi in questa avventura incredibile attraverso porte fantastiche per salvarlo. Incontrerà tanti personaggi, alcuni appartenenti a storie che ha letto, e alla fine la sua missione di salvataggio si trasformerà in qualcosa di più e Zachary dovrà dare un finale alla storia di Tempo e Destino.
    Che dire… mi è piaciuto tantissimo, coinvolgente e lirico, molto più solido dal punto di vista di trama, caratterizzazione e world building rispetto a Il Circo della Notte, che ho comunque amato alla follia. Forse mi ha fatto un po’ storcere il naso il modo in cui si crea una delle relazioni di cui si parla, ma va bene così. Il resto è stato perfetto, ho amato ogni singola virgola, ogni storia (quella di Tempo e Destino è sicuramente stata la mia preferita) e i personaggi, che questa volta si sono rivelati essere morally grey. Non c’è un villain principale, non c’è il classico scontro o bianco o nero tra bene e male. Il lettore è davvero messo davanti alla possibilità che non ci sia un eroe puro e unico, che forse anche l’eroe della storia può sbagliare e quello che viene percepito come il villain potrebbe stare agendo per una giusta causa. Ma c’è anche la consapevolezza che ogni persona sia una storia a sé stante e che non tutte le storie sono destinate ad andare lisce o a finire bene. È una storia dolce e delicata, coinvolgente, che letteralmente trasporta in un altro mondo. È impossibile non amare The Starless Sea. Quando l’ho finito mi sono ritrovata a dover sbattere le palpebre un paio di volte perché non ero sicura di essere ritornata nel mondo reale.

  3. Soulbinder, di Sebastien De Castell
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    Quarto volume nella saga di Spellslinger, di cui ovviamente non posso dirvi chissà quanto. L’ho adorato, è il mio preferito tra quelli che ho letto, pieno di angst e azione, pieno di colpi di scena e comunque affatto pesante. Divertente, ma che ha saputo far riflettere. Non vedo l’ora di finire questa saga perché mi incuriosisce alla follia e… be’, devo sapere cosa è successo a Ferius, perché è il personaggio la cui assenza ho sentito di più. È stato il volume che più mi ha emotivamente coinvolta e sul finale, gli ultimi due capitoli, ho anche versato una lacrimuccia o due. Insomma, mi ha colpita nel profondo e l’ho apprezzato.

  4. Anne of Green Gables, di Lucy M. Montgomery
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    Ho preso i primi due volumi per ora perché mi sono innamorata della serie di Netflix. L’ho riguardata due volte, ormai, e sono pronta per il terzo giro, ahah! Ero curiosa di leggere anche i romanzi, quindi ho iniziato a collezionarli. Per ora ho letto il primo che non mi è dispiaciuto ma che ho trovato un po’ sempliciotto, un po’ affrettato e comunque con un contenuto che mi aspettavo diverso, forse più approfondito. Mi ha fatto tenerezza, però. Mi sono ritrovata a sorridere e a sentire il cuore esplodere di gioia ogni volta che Anne e Diana si ritrovavano insieme e ho immaginato con una vividezza unica tutte le storie che Anne ha inventato assieme alle sue amiche. Mi sono innamorata di nuovo di Gilbert Blythe, del suo caratterino altezzoso, del suo essere cheeky e molto sicuro di sé. Ho adorato vederlo comparire e riscoprirlo identico nel carattere a quello della serie di Netflix, che ho amato. Lucas Zumann non si smentisce e rende proprio un personaggio favoloso, anche se mi è dispiaciuto vederlo comparire così poco in questo primo volume.


 

E questi sono i libri con cui si è aperto il mio Gennaio. In realtà ho anche riletto l’intera trilogia di All for the Game, di Nora Sakavic. Come la prima volta, ho adorato questi libricini che raccontano la storia di Neil Josten, in fuga dal proprio padre e dalle persone che lavorano per lui. Trova rifugio alla Palmetto State, diventando parte del team di Exy della scuola e lavorando ogni giorno per tenere segreta la propria identità mentre cerca di riunire la squadra per poter vincere il campionato.

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È una serie molto cruenta e violenta, piena di elementi esagerati e un po’ trash, ma sono vendutissima per i suoi protagonisti. Ho amato ogni singola pagina di questa trilogia fuori dalle mie corde e molto over the top, se devo essere onesta. Ho riso, mi sono arrabbiata, ho sentito la tensione durante le partite seppur sapessi già l’esito, e ho adorato Andrew il quale, nel suo essere forse il più violento tra tutti, è il mio bambino e va protetto.

In realtà non saprei spiegare il perché della rilettura, dal momento che non sono in nessuna slump particolare; penso che sia stato Pinterest e il mio scuriosare in giro alle teorie delle altre fangirl riguardo questa serie e le loro headcanon riguardo i personaggi—non me ne pento nemmeno per mezzo secondo. Avevo quasi bisogno del nonsense di questa serie e della storia a suo modo profonda tra Neil, Kevin e Andrew e Aaron. Se potessi, se solo non avessi una pila di libri immensa che mi aspetta, rileggerei questa trilogia ancora una volta, perché ogni volta è emozionante come la prima, per quanto sia assurda. Insomma, è quel trash bello, quello che fa innamorare e che una volta portato il lettore nella sua spirale non lo lascia più andare, quindi non vogliatemene.

 

Quanto a voi, invece? Cos’avete letto di bello in questo primo mese infinito del 2020? Fatemi sapere, se vi va.

 

 

 

All the love, readers. Grazie per avermi letta ancora una volta. ♥

Sam.

3 commenti:

  1. Visto che condividiamo la passione per la lettura e per il Giappone, ti consiglio caldamente di leggere qualcosa di questi splendidi autori: https://wwayne.wordpress.com/2011/01/31/big-in-japan/. Li conoscevi già?

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  2. In realtà non sono così fanatica della letteratura giapponese. Mi piace leggere qualche autore di tanto in tanto, ma sono tipi di storie che fanno per me solo occasionalmente. Ho comunque avuto occasione di leggere sia Murakami che Banana Yoshimoto e, per quanto abbia un rapporto di amore-odio con Murakami, penso che finora sia l'autore giapponese che più prediligo. Devo spicciarmi a recuperare le sue opere perché sono molto curiosa!

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  3. Anch'io devo recuperare i suoi ultimi romanzi, negli ultimi anni l'ho perso totalmente di vista. Non voglio che succeda lo stesso con il tuo blog, quindi mi ci sono iscritto. Grazie per la risposta! :)

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