
Ebbene sì, da brava appassionata dei film dello Studio Ghibli ho approfittato di questa idea fotonica che ha avuto Netflix di trasporre sulla piattaforma tutte le opere in questione e Totoro è stato il mio punto di inizio.
Diciamo che ho sempre guardato i titoli più conosciuti, quelli che a oggi sono i grandi nomi dello Studio Ghibli, ma mai i veri e propri classici. Non ho mai cercato gli altri e pian piano, ora che li sto recuperando a uno a uno, mi rendo conto di quanto mi sia persa in passato. Totoro è stata una mezza imposizione, perché la mia coinquilina non poteva credere che non l’avessi mai visto, quindi mi ha messa a sedere sul divano e ha lasciato che mi innamorassi di quel film figura dopo figura.

La storia si incentra sulla vita di due giovani sorelle, Satsuki e Mei, che si trasferiscono insieme al padre in un paesino di campagna per andare a vivere più vicini alla loro madre, ricoverata in ospedale. Nella nuova realtà, le sorelle fanno la conoscenza di esseri soprannaturali, tra cui Totoro, e maturano, imparando il rispetto per la natura.
Sembra una storia un po’ così, dalla trama semplice e lineare che in realtà è molto più profonda. Si va a esplorare infatti non solo il rispetto per la natura attraverso il legame che Mei e Satsuki creano con Totoro, ma anche le dinamiche di famiglia e l’amore che può nascere da un momento difficile. Si vede la forza del padre che si destreggia tra le due figlie e la moglie in ospedale, ma anche la forza della madre che cerca in ogni modo di rassicurare le figlie, che non si abbatte. Si va a esplorare la voglia di vivere, la curiosità e il film strappa un sorriso in più di un’occasione. Senza contare che è così dolce e così pieno di amore che a un certo punto ho avuto l’impressione che il mio cuore fosse sul punto di scoppiare per l’affetto che ho provato per Totoro e per Mei. A un certo punto, non lo nego, mi sono ritrovata a piangere abbracciata a un cuscino perché ho provato un affetto così profondo provenire dai personaggi e diretto l’uno all’altro che non ho saputo che farmene. Doveva sfogarsi da qualche parte, no?

Non vedo l’ora di continuare la mia maratona e ritrovare un pezzo della mia infanzia ormai lontana anni luce, ampliare la mia conoscenza di giovane adulta e ritrovare la magia del folklore giapponese che mi ha sempre affascinato e che ultimamente, per via di un cambio di gusti che si sta rivelando molto drastico e improvviso, ho iniziato a perdere di vista.
Concludendo, possiamo dire: shame on me perché non ho recuperato Totoro prima! È entrato nella mia top 5 dei film dello Studio Ghibli e ne sono felicissima.
Voi l’avete visto?
All the love e di nuovo grazie per avermi letta anche oggi.
Sam. ♥
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