Avete presente gli inverni freddi, dove le città vengono sommerse dalla neve e le persone si ritrovano accoccolate sul divano con una coperta addosso, una cioccolata calda tra le mani e un film di Natale a fare da sottofondo? Magari con un camino acceso, che male non fa.
Ecco, io no.
Dove vivo io c'è il sole, l'aria è frizzantina e sembra il primo giorno d'estate. Quindi mettetevi comodi che per entrare in mood invernale oggi vi parlo di Kathrine Arden e della sua splendida trilogia.
Ebbene, sì. Sono tornata e proprio sotto il periodo di Natale. Non pensavate, eh? Nemmeno io, eppure...
Oggi siamo qui per parlare di una trilogia che mi ha colpito molto e che ultimamente sta facendo parlare la bookcommunity anche oltreoceano (rispetto a me, ovvio). È una piccola perla che passa inosservata ma a cui secondo me tutti dovrebbero dare una chance, e ora vi spiego perché.
Innanzitutto, la trama.
Katherine Arden ci racconta di Vasja, una bambina che nasce in una notte d'inverno in un piccolo villaggio della tundra russa. Nata Petrovna, la piccola non assomiglia a nessuno dei suoi fratelli ed è una gran curiosona. Ama le leggende che si tramandano di bocca in bocca nel suo villaggio e la sua preferita in assoluto è quella del Re d'Inverno, un demone potente che tutti temono ma di cui lei non ha paura. Vasja può infatti vedere quello che in apparenza non c'è, può comunicare con forme di vita che sono state a lungo dimenticate.
Si assicura di tenere quel dono per sé, però, perché l'arrivo della matrigna e di un prete particolarmente devoto potrebbero metterla nei guai. Un segreto che terrà caro fino a quando nel villaggio non giungerà il Male e lei capirà di essere l'unica in grado di poter salvare i suoi abitanti e le persone che ama.
Questa è solo una piccola parte della storia che l'autrice è riuscita a creare. La trama non rende la complessità dei personaggi e degli eventi, non rende la profondità di ciò che Katherine Arden ci racconta né la sua bravura e la maestria che dimostra di possedere di parola in parola.
Nel corso dei tre libri seguiamo Vasja che dapprima è solo una bambina e che via a via cresce, si lancia a capofitto nella propria missione personale di ritrovare se stessa e capire dove appartiene davvero, ma anche di viaggiare di villaggio in villaggio per vedere il mondo, per imparare, per capire quanto lontano può spingersi e quante bellezze sono nascoste al di fuori del piccolo villaggio in cui ha vissuto per buona parte della propria vita. Ci racconta attraverso i suoi occhi il male che fanno le persone quando sono in bal'a della paura - dell'Orso, che si nutre proprio di essa e mente, inganna il prossimo senza ritegno - e di come l'amore può sì distruggere ma anche riportare in vita, ricostruire e riempire l'individuo. Il suo sviluppo e la sua crescita, l'enorme cambiamento che compie nel corso dei tre libri è incredibile. Vasja è uno dei personaggi migliori che mi sia capitato di incontrare quest'anno.
Attraverso la sua avventura l'autrice ci racconta di un folklore appartenente a una cultura e a un popolo che io trovo personalmente molto affascinanti, storie che parlano di sacrificio e lavoro duro da mettere in atto per ottenere qualcosa. Si parla di egoismo, ma anche di altruismo. Amore e odio che si scontrano inevitabilmente quasi a ogni pagina. Si parla di guerra, di Tartari, ma anche di Magia. Katherine Arden ci racconta di come il male si oppone al bene non per creare l'assoluto di uno dei due, bensì per creare quella grey zone che il periodo di rivoluzione che sta attraversando la Russia in cui ci ritroveremo catapultati ha bisogno.
È una saga che ho apprezzato davvero tanto, con personaggi umani, pieni di pregi ma anche di difetti che, cercando di fare la cosa giusta, a volte falliscono e altre peggiorano la situazione. Altre riescono nel raggiungere quello che vanno cercando o per cui vanno combattendo. Ho percepito molto realismo nella costruzione di Vasja, Morozko (che è il mio preferito in assoluto. Bello e dannato, ma anche fragile e capriccioso), l'Orso e Padre Konstantin.
Personaggi realistici, che non ho faticato a immaginare. Concreti e tangibili, che sono rimasti impressi e dai quali ho imparato qualcosa che tengo caro, nel bene e nel male.
C'è inoltre un forte senso della famiglia in questa trilogia; si può dire che, assieme alla religione e al folklore, sia il tema portante attorno al quale ruota tutto. Per via della famiglia Vasja lascia il villaggio, per via della famiglia compie determinate scelte piuttosto che altre, per via della famiglia è costretta ad affrontare faccia a faccia le proprie origini, anche se questo significa ritrovarsi a tu per tu con quello che più la spaventa. È però grazie alla famiglia che Vasja trova il proprio posto nel mondo e trova il coraggio di prendere decisioni importanti che le cambieranno la vita. La sua non sarà la famiglia perfetta, ben lungi!, ma quel libro è pregno di affetto e di altruismo da questo punto di vista ed è uno degli aspetti che più mi è rimasto nel cuore.
L'aspetto invece che si è rivelato essere un parziale let down è stato quello della religione. A un certo punto è diventata troppo, soprattutto nel secondo volume dove seguiamo principalmente Olga e Padre Konstantin. Vedere come un argomento così delicato viene torto e distorto e piegato per fare del male mi ha fatto storcere il naso perché mi sono ritrovata nella condizione di non sapere come prendere le informazioni che mi venivano date, l'una in netto contrasto con l'altra. Non che sia un difetto della saga di per sé e nemmeno dell'autrice, che è riuscita a trattare l'argomento in questione con magistralità e tutta la delicatezza del caso, senza offendere nessuno, ma una preferenza molto personale e soggettiva. Forse è stato lo scopo ultimo, la ragione vera per la quale Katherine Arden ha deciso di mostrare a noi lettori anche questo aspetto, ma personalmente avrei calcato molto meno la mano, considerando quanto è importante come argomento nel corso dei volumi.
Sono però sicura che questo sia uno degli aspetti che più terrorizza i potenziali lettori di questa saga. Ebbene vi dico che nessuno cercherà di convertirvi, nessuno verrà a dirvi che ciò in cui credete è sbagliato; qui si parla semplicemente di come a volte il bene inizia come tale e diventa male e di come il male può essere sconfitto e di come si può tornare a fare del bene nonostante gli sbagli e i passi falsi.
Si parla di fede ma non solo nei confronti delle Scritture e delle figure religiose, ma anche nei confronti di coloro che si amano e nei confronti di sé stessi. C'è una riflessione profonda, a un certo punto, che tocca tutti e tre i punti, che porta il lettore a chiedersi se abbia scelto di schierarsi dalla parte giusta, che rimette in discussione un po' le convinzioni che si hanno da sempre. E voi lo sapete che per me, quando un libro fa riflettere e fa dubitare ha già vinto.
È una porzione di tematiche che fa paura, me ne rendo conto, ma se sono sopravvissuta io, potete sopravvivere anche voi. Non fatevi spaventare dallo stile ricercato e un po' elaborato di Katherine Arden, perché dopo i primi capitoli vi sembrerà di aver letto mille e uno dei suoi libri. È una scrittura profonda e pulita, senza peli sulla lingua ma allo stesso tempo magica ed evocativa.
L'autrice non lascia niente al caso. Non ci sono questioni che rimangono in sospeso, non ci sono dubbi irrisolti e situazioni che vengono messe insieme a caso e senza un filo logico.
La storia di Katherine Arden - Di Vasja, sarebbe meglio dire - procede spedita e senza intoppi. È un puzzle in cui ogni pezzo trova il suo posto di appartenenza, alla fine, e dove il finale di ogni libro è il più sensato a cui si possa pensare.
È una trilogia giusta, dove ognuno dei personaggi esce di scena nel modo che più gli si addice e dove Morozko è lì per rubare i vostri cuori. Perciò lasciatevi avvolgere dal freddo russo, dal calore di una delle stufe di casa Petrov e immergetevi in quest'avventura fantastica dalla quale uscirete con gli occhi che brillano. Una trilogia originale, matura, affatto scontata e che tiene incollati alle pagine se riuscite a prenderla nel modo giusto. Credetemi quando vi dico che non ve ne pentirete per niente, che la magia che permea ogni pagina di questa storia vi entrerà dentro, vi stupirà e rapirà.
Questa si è aggiudicata un posto sul podio delle letture migliori dell'anno, quindi davvero non potete ignorarla.
And that's all, folks.
Vi do appuntamento al prossimo post che arriverà presto (eheh, ne ho un po' di scorta, pronti per voi) e nel frattempo vi faccio tanti auguri di buone feste. ♥
Come sempre: all the love,
Sam.
[…] di Katherine Arden che si apre con The Bear and the Nightingale. Una trilogia di cui vi ho parlato qui sul blog e che per me è stata il jackpot dell’anno. Una storia avvincente, profonda, entusiasmante e […]
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