08 aprile 2020

Prima de I Bottoni | I bottoni di Sam #2

Bentornati, amici lettori. Oggi siamo qui per parlare della mia esperienza nel fandom dei 1D e della prima storia originale in assoluto che ho deciso di pubblicare assieme a un team di persone fantastiche. Mettetevi comodi.

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Come vi avevo già detto nella puntata precedente, quando vi ho raccontato la trama dei miei Bottoni, prima di mettermi a lavorare a questa storia ho fatto qualche esperimento qui e là nel fandom dei One Direction.
Non me ne vergogno affatto, vi dirò.
È una parte della mia vita sicuramente molto turbolenta e che non mi piace ricordare con così tanta gioia, ma nulla toglierà a quel periodo i meriti che si è guadagnato. È stato infatti grazie a questa boy band che ho conosciuto un sacco di persone che a oggi sono le mie amiche più care, certo, ma non solo. Probabilmente se non avessi mai infilato il naso negli affari di questi cinque umili ragazzi, non mi sarei mai riavvicinata alla scrittura, non avrei mai osato andare al di là delle semplici due righe scritte per caso su un foglio di fortuna, né avrei mai azzardato a esplorare argomenti e tematiche che fino ad allora avevo sempre reputato essere troppo complessi e lontani, forse persino noiosi.

Nel fandom dei One Direction ho scritto veramente tante storie. Alcune sono ancora sulle due piattaforme principali, Wattpad ed Efp, ma ho lasciato solo quelle che ritengo essere parte del piccolo gruppo di lavori più maturi e coscienziosi. È infatti in questo fandom che la me scrittrice in erba decide di osare e uscire dal guscio.
All'inizio mi sono avvicinata al fandom per curiosità, senza davvero aver voglia di esplorare e capire e appassionarmici. L'ho fatto per scherzo, per dimostrare a me stessa di essere fatta d'un pezzo e di non essere così immatura da cadere nella spirale e lasciarmi travolgere dall'isteria che si era venuta a creare attorno a questo gruppo. Eppure il Grande Demone Celeste mi ha mostrato quanto mi sbagliassi.
Dalle fanfiction sono passata al gruppo e dal gruppo sono passata all'artista singolo. A oggi seguo solo Niall, non scrivo più e non sono più attiva, ma le mie storie continuano a ricevere stelline e commenti.
Non lo dico per vantarmi, ben lungi. Ma a volte mi capita di andare a rileggere quello che ho scritto, gli argomenti che ho deciso di esplorare e trattare, e mi sorprendo di quanto il mio stile sia cambiato nel corso di questi ultimi sei anni.

Nel fandom dei One Direction tutto era più semplice: c'erano i personaggi, c'erano le caratteristiche principali di ognuno di loro, che fosse nel carattere o nelle preferenze, nell'aspetto fisico, nel modo di vestire e di parlare. C'erano i luoghi, molti conosciuti perché vivendo nello stesso Paese è facile uscire ed esplorare. Mancavano i sentimenti, mancava un argomento da prendere e sviscerare (e mi sono divertita a farlo, lo riconosco).
Ho notato, soprattutto recentemente, come il mio modo di descrivere, raccontare e caratterizzare i personaggi maschili si sia fatto più maturo di storia in storia, si sia adattato alle tematiche trattate e poi si sia consolidato quando finalmente ho deciso che strada imboccare con i Bottoni.
Louis in Reborners è un uomo distrutto, ha perso le sue bambine, non riesce a rialzarsi, ma Louis in A Heart in NY, a Rose on the Street combatte fino alla fine per farsi trovare da suo marito. Non si arrende nemmeno quando la vita lo scaraventa a terra. Diventa un uomo d'un pezzo in Shine your Light Down on Me e perde l'impronta femminile che spesso traspare quando c'è la mano di una donna dietro lo schermo.
Evan invece, per contro, compie questa evoluzione nello spazio di un'unica storia. Riconosco avermi messo molta soggezione e avermi fatto dubitare di aver speso il giusto tempo nella costruzione di questo personaggio in particolare.
C'è molta più introspezione, tant'è che la storia con più descrizioni è forse Shine your Light Down on Me, mentre le prime vere descrizioni di luoghi e personaggi dal punto di vista fisico arrivano solo con le mie storie originali.

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Tra tutte, Memorie di un'anima Errante è stata forse quella più complessa e difficile che abbia mai scritto, quella che però mi ha dato la spinta per poter osare ancora di più rispetto a quanto stessi facendo nel fandom dei One Direction ed espormi, nonché l'unica che ancora è visibile sulle mie piattaforme.
Non sono una scrittrice in erba che ama stravolgere l'ordine naturale delle cose, tant'è che il mio genere preferito rimane il contemporary. Scrivevo Young Adult quando ancora non sapevo si chiamassero così e ho sempre orbitato attorno al mondo del paranormale, del sovrannaturale, con protagonisti appartenenti al panorama LGBTIAQ+. A oggi l'unica cosa che è cambiata è il macrogenere, che è diventato un abbozzo di New Adult.
La mia unica eccezione fino a ora è stata appunto Memorie di un'anima Errante, che parla di un cane randagio.

È nata come storia per un contest, in cui si è classificata anche tra i primi tre, se non erro. È il mio primo - e unico - testo scritto in prima persona e racconta attraverso gli occhi di un cane come la vita di un randagio possa essere gioiosa quanto quella di un cane che viene adottato in famiglia.
Non so bene da dove presi l'ispirazione, non ricordo cosa fece scattare l'idea nella mia mente, ma ricordo essere stata una storia di cui mi innamorai a prescindere dagli errori che non ho ancora riguardato - non ho il coraggio. L'ho amata al punto da mandarla al concorso di scrittura del mio liceo e da farla pubblicare come light novel su di una rivista online. Non è perfetta, non lo è mai stata, ma l'impatto emotivo che ha avuto su di me, la spinta che mi ha dato è stato quanto di più importante potessi imparare da questa piccina, ecco perché quando mi parlarono di Mangakugan decisi di andare in ricognizione e poi, successivamente, di mettermi in gioco.
Una mia amica mi mise in contatto con un ragazzo bravissimo che ne illustrò qualche pagina e la direttrice di Mangakugan Light accettò il testo e i disegni per il suo numero successivo. Se volete leggerla, la potete trovare qui ancora oggi, ma il sito purtroppo non è più in funzione. Trovate comunque i commenti che i lettori e frequentatori del forum hanno lasciato alla mia storia seguendo questo link, nel caso foste interessati.
Gli utenti l'hanno definita particolare, originalissima. Una storia in grado di spiazzare e di far immedesimare nel protagonista; ben scritta eppure malinconica.

A rileggerli oggi, questi commenti mi fanno pensare che già allora avessi ben chiaro quale sarebbe stata l'atmosfera di fondo dei miei scritti. C'è chi mi ha detto che dovrei presentare cose felici, raccontare di arcobaleni e fiorellini, ma non è da me. I miei personaggi devo torturarli, altrimenti non sono soddisfatta, ahah. Ditemi che non sono l'unica, vi prego!

Comunque sia, questa esperienza mi terrorizzò come ben poche cose. Ricordo di aver respirato sollevata e pianto di gioia nel leggere quei commenti favolosi e pieni di supporto e appoggio che ricevetti, che ricevette l'illustratore. Non mi sono mai sentita così tesa in vita mia e quando ho capito che anche con dei racconti originali avrei potuto regalare emozioni ai miei lettori, ho deciso di sperimentare e buttarmici non dico a capofitto, ma più o meno.

A oggi ho abbandonato definitivamente il fandom dei One Direction. Scrivo sì qualche storiella, ma è un allenamento personale che sfrutto quando mi sembra di girare in tondo, di non essere in grado di esprimere quello che vorrei dire nel modo in cui vorrei dirlo. Non pubblico più e un po' mi piange il cuore, ma sono consapevole e sono sicura di poter dare molto di più come scrittrice di storie originali, anche se l'idea di pubblicare seriamente mi terrorizza. Alla fin fine, creare mondi e personaggi, dar loro vita e sentirli parlare, vederli agire dentro alla propria mente, poter oltrepassare i confini e i limiti, è soddisfacente.

Per ora i Bottoni è l'unica storia all'attivo che ho. Non penso che metterò mano a nient'altro, almeno fino a quando non avrò concluso l'editing della prima e della seconda bozza. Poi stavo valutando se fosse il caso di rispolverare le mie Schegge d'Ambra e la mia storia sui clown, provare nuovi stili e nuovi generi. Chissà che non trovi qualcosa di più appetibile? Chissà che non abbia molto di più da raccontare?

 

Come al solito vi ringrazio per avermi letta. Questo è un articolo un po' molto personale, nel quale ho scelto di espormi più di quanto faccio o avrei fatto normalmente, quindi sono curiosa di sapere che cosa ne pensate. Anche voi scrivete?

Nel mentre, un bacione grande e come al solito ci vediamo la prossima settimana. Il post parlerà di nuovo dei miei Bottoni, questa volta in relazione agli ambienti che ho scelto per i miei protagonisti, perciò non mancate.

Sam.

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