14 gennaio 2019

Top e Flop 2018 - Bookish Talk #1

Con il concludersi delle feste natalizie, del vecchio anno e con l'inizio del nuovo, oggi vi racconto delle mie letture migliori e di quelle peggiori del 2018, che ha portato con sé tante emozioni e piccole perle, così come piccole cose che mi hanno lasciata perplessa e assieme disappointed.

 

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Per iniziare, mi pare giusto ricordare a tutti voi tesori che quello che non è piaciuto a me non deve per forza aver fatto schifo anche a voi. I libri che non mi sono piaciuti potrebbero essere i vostri preferiti, ma per me non hanno funzionato per ragioni svariate di cui andremo a parlare tra un attimo, così come i libri che ho amato magari a voi hanno fatto schifo. Perciò, tenete a mente che non sto insultando voi o i vostri gusti - non ci guadagno assolutamente nulla, nemmeno piacere personale, e non mi interessa fare audience smerdando, passate il termine, tutti coloro a cui è piaciuta una storia che magari io ho ritenuto ridicola e stupida. Sto solo esprimendo un'opinione, perché questo è il mio blog ed è quello che faccio.

Siate liberi di commentare se vi siete trovati d'accordo o meno e per quale ragione; gli scambi di opinione sono sempre bene accetti, qui.
Nel frattempo, mettetevi comodi e iniziamo con i flop, ossia tutti quei libri che ho detestato o comunque valutato meno di tre stelline. Via il dente, via il dolore, insomma.

Enjoy!

 

5. Emma, F. Pace

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Un libro che mi ha delusa più per il modo in cui la storia si è sviluppata che per altro.
Una trama interessante, una storia coinvolgente. Peccato per lo scivolone di stile, che non è sempre costante e tenta di dare troppo ma esagera e lo dà male, nonché errori di grammatica e sintassi che sono stati tralasciati e che hanno reso la lettura molto poco scorrevole.
I protagonisti non sono stati approfonditi a dovere, a volte si sono rivelati essere irritanti da tanto che erano stereotipati e forse troppo perfetti, caricaturati. La vicenda di per sé un po' piatta, mal sviluppata e che poi è ricaduta nel banale e nel rivisto. Il finale forse inaspettato, ma comunque non a effetto, considerato tutto quello che è venuto prima.
Mi è dispiaciuto, perché come storia mi ha intrattenuta, solo che tutti i piccoli difetti sono stati quasi impossibili da ignorare, così come è stato impossibile fare in modo che non interferissero.
Le sue due stelline e mezzo sono state comunque meritate e non una gentile concessione, perché l'ho letto nel momento giusto e alla fin fine non mi è dispiaciuto. Forse l'avrei curato un po' di più e mi ci sarei impegnata più seriamente, ma nel complesso la storia non era completamente da buttare.


4. Il canto di Penelope, M. Atwood

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Purtroppo, anziché un manifesto al femminismo, al girl power e al fatto che una donna non abbia bisogno di un uomo accanto per essere bad ass, sopravvivere alla vita e quant'altro, l'ho trovato un romanzo pieno di lamentele e di presunzione, ma allo stesso tempo vuoto e insensato.
La Atwood ha uno stile invidiabile, non fraintendetemi; riesce a tenere il lettore incollato alle pagine senza alcun problema, però questa volta ha fatto un buco nell'acqua. La trama prometteva bene, perché un'Odissea raccontata dal punto di vista della moglie di Ulisse, con tutto quello che ne consegue ovviamente, suonava interessante. Peccato non fosse altro se non la storia della vita di Penelope che non fa altro che lamentarsi e cercare di giustificare la strage dei Proci e delle domestiche.
Il ritratto che abbiamo è di una ragazzina presuntuosa ma allo stesso tempo molto infantile e poco giudiziosa. Nonostante i suoi quindici, sedici anni, gioca a fare la donna indipendente, quando è più che palese che non sappia nemmeno badare a se stessa.
Purtroppo, questo ha fatto cadere tantissimo il personaggio e il suo mito, nonché l'intero romanzo.
Mi aspettavo tantissimo, avevo voglia di leggere qualcosa di storicamente attendibile e magico, ma alla fine mi sono ritrovata a leggere un romanzo poco approfondito, poco attendibile e completamente fuori luogo e per niente originale, quindi il voto finale si è rivelato essere un due stelline solo ed esclusivamente per lo stile dell'autrice, che penso sia stato l'unico aspetto a essermi piaciuto.


3. I committments, R. Doyle

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Un autore irlandese che mi sarebbe piaciuto vedere nella lista dei miei preferiti, ma che invece mi ha deluso tantissimo. Non so se abbia sbagliato io a scegliere un romanzo d'esordio e a immergermici con aspettative alte o se sia proprio l'autore di per sé a non fare per me, però devo ammettere che come prima lettura dell'anno sia stata abbastanza deludente.
Non solo un contenuto sconclusionato che non ha reso giustizia alla trama, ma anche personaggi molto superficiali e sboccati, troppo stereotipati, quel genere di personaggi che sono eccessivi in tutto, meno che nei momenti in cui si tratta di dare aria alla bocca e sparare cazzate.
L'autore tenta, attraverso l'avventura dei protagonisti, di dare una definizione e un significato alla musica, cerca di spiegare perché sia importante e che segno potrebbe lasciare nella vita delle persone. Il problema si pone nel momento in cui l'autore impone un'idea attraverso i pensieri dei suoi personaggi e la lettura si trasforma in qualcosa di frustrante e irritante. Soprattutto lo stile, che praticamente è privo di descrizioni e ci sono solamente battute e dialoghi botta e risposta, spesso insensati e con conversazioni che non seguono uno stesso filo logico.
Qui le due stelline solamente perché mi sentivo buona, era la prima lettura dell'anno e segretamente speravo che migliorasse.


2. Ti ho trovato fra le stelle, F. Zappia

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Uno dei libri più diseducativi che abbia mai letto (e il fatto che sia in top three non mi sorprende affatto).
Lo stile è troppo semplice, quasi banale e piatto, affatto coinvolgente. Una fanfiction potrebbe essere scritta meglio. Ne ho lette di scritte meglio, devo riconoscere.
I personaggi sono pessimi, sia a livello di costruzione, sia di approfondimento. Non sono minimamente relatable, non c'è realismo e c'è molto drama, che io in generale non apprezzo in una storia, soprattutto se la suddetta si rivolge a un pubblico di sedicenni.
Ho odiato la famiglia della protagonista fino alla fine, tutti irritanti e infantili, intrusivi; la protagonista, poi, davvero maleducata nei confronti di più o meno tutti, amici e conoscenti, famiglia e sconosciuti. I fratelli con un character development che non ha né capo né coda; da esserini idioti e rumorosi, diventano filosofi pieni di consapevolezza e saggi consigli, dal giorno alla notte e senza una ragione precisa.
È una rappresentazione minatoria dell'intero sistema di relazioni tra genitori e figli e tra ragazzi adolescenti, da un certo punto di vista, perché l'autrice non passa alcun messaggio positivo o di self-awareness. Non c'è nemmeno un pallido tentativo di mostrare che sono pensieri minatori e atteggiamenti sbagliati, quelli della protagonista, in modo che il lettore impari e si ribecchi e trovo che sia una mancanza enorme in un libro.
La rappresentazione della sua salute mentale non è affatto ben costruita, perché passa un'immagine completamente superficiale e poco studiata o approfondita di qualsiasi disturbo l'affligga che, a me, non è parso affatto chiaro. A volte mi ha anche portata a pensare che fossero solamente una marea di capricci portati all'estremo. Oltretutto, per il corso del romanzo non viene presa seriamente, viene sottovalutata e/o ignorata da coloro che dovrebbero essere vicini a Eliza; se ne fanno tutti beffa, e trovo che sia immensamente sbagliato sia come principio che come messaggio.
Oltretutto, il romance non è affatto ben sviluppato, un po' strano e decisamente a senso unico; non c'è chimica tra i personaggi e purtroppo non c'erano nemmeno le credenziali per lo sviluppo dello stesso. Una storia d'amore forzata e forse molto idealizzata che poteva benissimo essere più curata e passare per una grandissima amicizia.
Ho apprezzato, però, la web comic che scrive la protagonista. E parecchio, anche. Più della storia stessa. Questo le ha fatto guadagnare due stelline anziché una come avrei voluto darle in origine.




  1. The Gentleman's Guide to Vice and Virtue, M. Lee


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Un libro di cui non vorrei nemmeno parlare, pieno di ignoranza e di luoghi comuni che possono uscire solo dal cervello e dalla bocca di chi semplicemente non sa stare al mondo. Razzista, superficiale, non storicamente accurato, un'accozzaglia di eventi che non hanno senso nemmeno a pagarli e un insieme di personaggi penosi. Lo stile, poi, non parliamone proprio. Un tema di un ragazzino delle scuole medie sarebbe scritto meglio.
Non so nemmeno se sprecarmi a spendere altre parole a riguardo, ma so di voler condividere con voi questa recensione che ho trovato su Goodreads e che rispecchia dall'inizio alla fine, in modo coerente e meno bitter, ogni singolo pensiero e riflessione che ho avuto su questo libro. Perciò, a voi.
Il podio penso che spieghi da sé quante stelline questo libro abbia ricevuto.




 

Per quel che riguarda i top, invece, vi risparmio lo sproloquio su Il Sognatore, di Laini Taylor e su A Conjuring of Lights, di V.E. Schwab, perché loro sono parte di quella ristretta cerchia di autrici la cui lista della spesa riceverebbe cinque stelline sulla fiducia, quindi non penso ci sia bisogno di sapere che questi sono sul podio a prescindere dal romanzo che effettivamente finirà su questo podio.

Una menzione speciale la voglio dare anche a Shadowplay, secondo volume della saga di Micah Grey di cui vi ho parlato in quest'articolo, perché trovo che sia stato uno dei sequel migliori che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni. Però per vostra pietà non mi soffermerò nemmeno su questo, perché l'articolo in questione è decisamente già abbastanza lungo senza i miei scleri, quindi direi di metterci l'anima in pace e schiaffare qui sotto la mia top five dei libri migliori di questo 2018, quelli votati cinque stelline incondizionatamente.

 

5. Night School - Fracture, C.J Daugherty

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Un terzo libro di una saga che ho inaspettatamente amato e in cui in un certo senso mi sono rivista abbastanza. La rabbia, la tristezza e la solitudine che la protagonista sentiva in quel momento, l'incapacità di reagire e il suo sentirsi sbagliata e in qualche modo responsabile di eventi più grandi di lei, impotente e incapace, mi sono entrati sotto pelle senza alcuna difficoltà. Quel genere di emozioni che io cerco nelle storie, quel genere di comprensione e rappresentazione, qui l'ho trovato senza difficoltà. Per quanto sia comunque una saga con i propri difetti, è stato il libro che più ho apprezzato tra tutti e cinque e quello che, a oggi, mi è più caro.


4. The Miseducation of Cameron Post, E.M. Danforth 

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Un libro autoconclusivo che Rizzoli ha tradotto anche in italiano e di cui vi parlo in quest'articolo.
Dirò solo che è molto educativo, una finestra su una realtà che percepiamo come lontana ma che in realtà è ancora dietro l'angolo, solo che noi scegliamo di ignorarla più o meno quotidianamente. Un viaggio per esplorare sé stessi e la propria sessualità assieme a Cameron Post e un libro che insegna a capirsi, ad amarsi e a non vergognarsi.
Avrebbe potuto essere molto più breve, forse incentrato sugli argomenti cardine attorno il quale ruota, piuttosto che sulla vita di Cameron, ma nel suo piccolo ha funzionato. Ha avuto il giusto peso e ha fatto riflettere nei punti che più lo richiedevano; ha messo me, lettrice, in discussione e questo è uno dei tratti che preferisco nei libri, perché se un libro fa pensare e mettere in dubbio, se un libro fa uscire dalla comfort zone allora ha già vinto a mani basse.


3. La Flor de Fuego, A. Quintas Garciandia 

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Una storia basata su fatti realmente accaduti, nello specifico la sparatoria alla Columbine High School del 20 Aprile 1999, il cui centro non è tanto raccontare cosa sia successo, quanto indagare su quanto il bullismo possa influire sulle persone, quanto sia difficile trovare il proprio posto nel mondo e di quanto sia importante un'amicizia quando riesce difficile inserirsi. Quanto sia facile dare per scontate tante cose e perdere tutto in un battito di ciglia, quanto sia difficile fare la cosa giusta.
Un romanzo umano, forse troppo breve, ma che mi ha fatta piangere lacrime di disperazione nel cuore della notte (di nuovo).
Un peccato che l'autrice non venga tradotta né in inglese né in italiano, perché penso che dai suoi romanzi si possa imparare tanto, troppo. Di tutto.


2. If Nobody Speaks of Remarkable Things, J. McGregor 

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Un romanzo che ho letto in digitale e di cui vi ho parlato proprio qui, scelto in un momento difficile, in cui non sapevo che strada prendere e che mi ha mostrato quello che credevo di aver dimenticato.
Parla di quotidianità, di finestre di mondo dimenticate, ignorate, di quanto si è perso, si sta per perdere e di quel che si ritrova. Si parla di cambiamenti, di piccole cose e dell'importanza che i piccoli gesti, all'apparenza insignificanti, hanno in realtà per le persone che incontriamo e che incrociano la nostra strada anche solo per pochi istanti.
Ecco, un libro fatto di istanti.
Un libro di cui mi sono innamorata alla follia una volta raggiunta la fine e che è molto di più delle due storie che ci racconta.




  1. La Chica del León Negro, A. Quintas Garciandia


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Ebbene sì, sul podio abbiamo di nuovo Alba e uno dei suoi favolosi romanzi, questa volta però si parla di mental health, si parla di malattie mentali che vivono in un mondo tutto loro e di una ragazza temeraria disposta a tutto pur di salvare la persona che ama.
È un viaggio alla scoperta della mente e delle sue malattie, di come funzionano e di cosa comportano, di come agiscono e di come cambiano l'individuo. Si parla di amore, di affetto e di voglia di scoprire, conoscere, combattere e vincere. Si riflette sul lasciare andare, sul sacrificio. Si riflette su cosa significhi volere davvero bene a qualcuno e quanto in là si è davvero disposti ad andare pur di non perdere qualcosa di importante.
Soprattutto, si parla di scrittura e di sogni.
È un libro che mi ha straziata, il finale non l'ho visto arrivare, ho sperato fino all'ultimo e ancora adesso non riesco a concepire quello che ho letto. Un romanzo che mi ha sorpresa in mille e uno modi e che tutti dovrebbero leggere.
Se poi volete leggervi un altro articolo in cui elogio ancora quest'autrice, fate pure. Però poi non dite che non vi avevo avvisati.

 

E per voi, invece? Quali sono stati i vostri top e flop di quest'anno ormai andato? Fatemi sapere, se vi va. ♥

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