Ebbene è successo. Non importa quante volte abbia detto che non sarei entrata nel fandom, che non mi sarei lasciata convincere.
È successo, semplicemente. Quindi non giudicatemi, perché ho fatto del mio meglio per rimanerne fuori (e ho fallito, okay) ma sono un essere umano anche io (qualche volta) e curiosity killed the cat, o così dicono, e stiamo parlando di Sherlock.
Davvero volete farmene una colpa?
Devo davvero dirvi di cosa parla questa serie TV? Non ditemi che non avete mai sentito parlare del famoso detective che ha vissuto al 221B, Baker Street (London)! Perché sì, è proprio di lui che stiamo parlando. Il personaggio nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle e il cui ruolo è stato interpretato da Benedict Cumberbatch nello show della BBC.
A volte capita di incontrarlo assieme a un veterano di guerra, John Watson, che è... un po' senza speranza quando si tratta di donne e vita e amore, ma che è un amico strepitoso e un partner con i controcoglioni. A voi decidere se si parli di lavoro o del nido famigliare, ma scommetto che siete già entrati nella spirale della #JohnLock e non sapete come uscirne. Ma nessun problema, non preoccupatevi; potete restare quanto volete! Solo, mettetevi comodi e recuperate tanto gelato e tanta Nutella, perché ne avrete bisogno.
"Cosa mai faranno insime, quei due?" vi starete chiedendo.
Eh, è una bella domanda. Sono domestici, praticamente sposati e si comportano come una coppia fatta e finita, ma non è proprio attorno a questo che ruota la serie TV. In teoria.
Quei due sono dei big massive fans di omicidi e casi intricati e complessi e rischiosi e amano stare in mezzo alle palle di Lestrade (no pun intended), quindi il loro tempo libero e le loro giornate le trascorrono cercando di risolvere questi casi e aiutare la polizia. Insieme. Gratuitamente.
Tutto perché Sherlock è quello che in gergo si chiama high-functioning sociopath che si annoia facilmente e a cui piace prendere in giro le persone - o forse, per farla più semplice, ama avere ragione e sentirselo dire. Eppure non chiede mai soldi, nonostante sia fantastico nel proprio lavoro. Talmente bravo da far incazzare Moriarty, il suo nemico giurato e per giunta uno psicopatico di prima categoria che è disposto a tutto pur di dimostrare che Sherlock non ha sempre ragione.
E la tensione sessuale tra quei due, ragazzi miei…
È una trama abbastanza semplice, perché come potete notare si tratta di Sherlock e John che risolvono i casi di Lestrade e ogni tanto giocano a giochetti divertenti e pericolosi con Moriarty, solo allo scopo di combattere la noia.
La serie TV si basa sui romanzi scritty da Sir Arthur Conan Doyle, eccezion fatta per l'ultima stagione (la quarta), che è stata girata per non so bene quale motivo. Forse per dare al tutto un finale definitivo, che avesse senso, ma non sono sicura che siano riusciti nell'intento. A oggi, ancora non ho capito se ho apprezzato o meno.
Quindi. La serie TV si compone di quattro stagioni, dicevamo, ognuna composta da tre episodi che durano 90 minuti circa, più lo speciale di Natale chiamato "The abominable bride". Tredici episodi che assorbono completamente il tempo e la vita di chi inizia a guardarli perché, davvero, causano dipendenza. Non esiste un modo per tornare indietro, non quando si è SHERLOCKED; e credetemi quando vi dico che questo accadrà indipendentemente dal fatto che la serie TV vi piaccia o meno. Non c'è modo di fuggire.
Quindi la domanda è legittima: Cosa mi ha SHERLOCKED?
O meglio: Cosa SHERLOCKErà voi?
Non lo so, a essere onesta. Non ne ho idea.
Non c'è stata una cosa e quello che ha SHERLOCKED me potrebbe non essere la stessa cosa che incanterà voi.
Per quel che posso dire, ho sempre evitato questa serie TV perché pensavo che fosse noiosa e infinita e che non mi sarebbe mai piaciuta, dal momento che non sono fan delle storie di detective (e che non capisco i gialli, i misteri e i casi di assassinio/omicidio), ma ho finito per innamorarmene completamente per via degli attori, della recitazione, dei casi stessi e al minuto 11:37 del primo episodio ho capito che mi sarei fottuta la vita su Netflix. Perciò sono andata avanti e ho scoperto esserci qualcosa negli attori, nel loro modo di recitare che mi teneva lì, incollata allo schermo e che non mi sarei pentita una volta giunta alla fine.
È stato anche molto interessante il modo in cui hanno preso e adattato i personaggi di fine 1800-inizio 1900 ai giorni nostri. Mantengono i tratti base e la loro personalità non viene modificata più di tanto, il comportamento e le relazioni tra i protagonisti e il modo in cui vengono costruite è spontaneo, naturale. È davvero difficile vedere la realtà degli anni 2000, perché sembra quasi di essere in un passato troppo lontano da noi, pur sapendo non essere così. Ha senso? Lo spero.
Hanno internet, smartphones, blog e cose tecnologiche che portano a chiedersi se dispositivi simili esistano da qualche parte, in qualche universo, in qualche tempo.
Londra è favolosa, e non lo dico solo perché io sono innamorata di quel posto e ci vivo. È pura constatazione e verità e non si può negare. Sono rimasta incantata dal ritratto che i creatori hanno dato alla City e dal modo magistrale con cui sono riusciti a catturarne l'essenza più profonda. E quindi sì, anche Londra mi ha SHERLOCKED.
Sherlock è uno dei personaggi migliori che abbia mai visto, e penso che Benedict Cumberbatch abbia svolto il proprio ruolo con maestria. Non penso che ci sia attore esistente che sia in grado di interpretare Sherlock con la stessa bravura. E il modo in cui lui e Morgan Freeman hanno fatto click sia sul set che fuori ha reso il tutto ancora più magico e accattivante.
Entrambi hanno saputo mettere a nudo i sentimenti, far sentire lo spettatore parte della storia e delle vicende che si svolgono sulla pellicola e inevitabilmente si è lì, presenti e concreti anche quando si è dall'altra parte dello schermo.
Per non parlare dei villains della situazione! Il loro profilo psicologico è studiato con cura e attenzione ed è inevitabile finire per amare ognuno di loro. Li si odia, ma li si capisce e ci si dispiace, che piaccia o meno, e ci si mette nei loro panni. Si finisce per diventare bipolari, ma è comunque divertente.
In questa serie TV c'è un equilibrio perfetto tra la trama, i personaggi, la loro psicologia e il loro sviluppo, le storie secondarie. C'è ironia, suspense, curiosità e tanti piccoli spunti di riflessione. C'è tutto, davvero. Non manca niente.
Forse le uniche pecche che ho trovato sono state gli ultimi dieci minuti della puntata finale (totally nonsense) e lo speciale di Natale, che non mi ha catturata proprio per niente. Però è in qualche modo legato alla stagione successiva, fornisce chiarimenti riguardo la stagione precedente e dà indizi fondamentali per capire quella successiva, quindi non penso che si debba saltare. Perciò armatevi di popcorn, buona compagnia e fate il vostro dovere. Magari sarà una tortura, magari un piacere; don't knock it until you try it, dicono dalle mie parti!
Fatemi sapere se anche voi avete guardato questa serie TV nei commenti qua sotto, così magari scleriamo un po' insieme.
Alla prossima, lettori!
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